Violenza di genere: per eliminarla serve la famiglia e non l’ideologia

https://demografica.adnkronos.com/popolazione/giornata-contro-violenza-donne-leggi-differenze-italia-nord-europa/
Verso l’eliminazione della violenza di genere: dalle riforme storiche al paradosso nordico

Spiace rilevare che l’articolo contiene numerosi punti suscettibili di critica.
1) In primo luogo la 194/1978 ” Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” stabilisce:

Art.1: Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.
Art.2: I consultori familiari… assistono la donna in stato di gravidanza:
a) informandola sui diritti a lei spettanti… c) attuando direttamente o proponendo all’ente locale competente o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a).
Non esiste quindi nessun diritto al procurato aborto, che è tuttora perseguito dagli art.593 bis e 593 ter del codice penale. Parlare di “diritto all’aborto” configura quindi un abuso ed uno stravolgimento della 194/1978.

2) Il procurato aborto non soltanto uccide un bambino, ma è lesivo della slaute fisica e psichica della madre abortente per esplicita ammissione di Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano: insieme con Giovanbattista  Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978, ma riteneva più che necessaria la presenza dei CAV Centri di Aiuto alla Vita accanto ai reparti di ostetricia. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/

3) il consenso informato dei genitori è il minimo che si possa richiedere quando si tratti di argomenti delicati  con soggetti minori, in modo rispettoso dell’ art.30 della Costituzione:“E’ dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli anche se nati fuori del matrimonio.”
Diversamente si concepirebbe una scuola non statale, bensì statalista, atta a sfrornare Piccoli Pionieri Sovietici o Balilla Fascisti.

4) La chiave di lettura del Paradosso Nordico non può essere occultata dietro chiacchiere attinenti alla minore o maggiore propensione delle vittime di violenza a denunciare. Il cosiddetto femminicidio costituisce la punta dell’iceberg delle violenze perpetrate, che conseguentemente sono in rapporto statistico con il totale delle violenze.
L’analisi statistica dei dati disponibili va lasciata a chi è veramente addentro ai sistemi statistici, quindi a persone come  Luca Ricolfi: Il primato del Nord. Cosa dicono i numeri sulla violenza di genere. 01.09.2023 https://www.ilmessaggero.it/editoriali/primopiano/stupri_violenze_di_genere_primato_nord_numero_luca_ricolfi-7604501.html

Contra factum non valet argumentum, cioè contro la realtà dei fatti non esiste argomentazione valida: il fatto resta un fatto. La cosiddetta “educazione sessuale e all’affettività” scolastica, come una psicologa dovrebbe ben sapere, CSE Comprehensive sexuality education di OMS ed UNESCO https://whocc.bioeg.de/fileadmin/user_upload/Dokumente/BZgA_GuidanceImplementation_Italian.pdfriporta:  “gioco del dottore” per i bambini più piccoli, “prime esperienze sessuali e contraccezione” per età 9-12 anni, con solerti spiegazioni riguardo ad “età per il consenso legalmente valido ai rapporti sessuali, fare esperienze sessuali protette e gratificanti; procurarsi e utilizzare correttamente preservativi e contraccettivi” per età 12-15 anni;, immancabilmente “gravidanza (anche nelle relazioni omosessuali), aborto, contraccezione, contraccezione d’emergenza” per età 15 anni e successivi.  In altri termini la CSE promuove sessualizzazione precoce e grooming, esperienze destruenti.

Si conferma quindi il Paradosso Nordico: la Svezia detiene il primato assoluto per femminicidi, per stupri, il 30% delle svedesi lamenta violenze domestiche. Violenza sulle donne assai maggiore nei Paesi cosiddetti più sviluppati: USA, UK, Francia, Germania, Olanda, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, in Italia in Emilia Romagna.

Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
www.prolifeinsieme.it