“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” (Cesare Pavese)

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“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” (Cesare Pavese).
È questa la prima cosa che ho pensato guardando questa signora dai lineamenti androgini, che a prima vista rendevano difficile capire se fosse uomo o donna.
Il tono leggermente acuto della voce ne poi ha chiarito il sesso.
A parte gli occhi cupi di questa donna, parlando di aborto, la poesia di Pavese, “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”,  mi pare particolarmente calzante.
Il poeta nella sua lirica evoca la morte quale presenza inevitabile, identificandola negli occhi dell’amata.
La poesia esprime la fine di un amore e la profonda sofferenza che ne deriva tale da portare il poeta al suicidio.
Infatti pochi mesi dopo Pavese si toglierà la vita.
È un testo malinconico, senza speranza dove tutto svanisce insieme alla vita.
L’aborto è proprio questo, una decisione di morte scaturita dalla scelta di chi dovrebbe proteggere la vita del proprio figlio.
Una morte che affonda le proprie radici in una ideologia nefasta, iniqua. In un fiume in piena carico di menzogne.
E si può identificare negli occhi di una madre, occhi smarriti, sorpresi, occhi che chiedono aiuto anche se spesso la soluzione più semplice suggerita è quella di allontanare il problema facendo finta che non sia mai esistito. Soluzione che trova il suo consenso in occhi ancora più ingannati: quelli dell’ideologia che le riempiono la testa con l’autodeterminazione e con la favoletta del “grumo di cellule”…favoletta a cui non crede più nessuno.
L’aborto esprime, come la poesia di Pavese, la fine di un amore, la disillusione che porterà il poeta al suicidio così come porterà la donna che ha scelto la morte, a portarsi dentro, tutta la vita, questo rimorso: quello di aver negato a suo figlio di nascere, di respirare, di vivere.
La donna del video insegna inoltre alle future mamme a liberarsi dai cavilli burocratici imposti dalla 194, a superare lo scoglio rappresento dagli obiettori di coscienza e ad avere garantito l’aborto gratuito ovunque decidano di andare.
E tutto questo lo propone con una calma, una sicurezza che fa tremare le vene ai polsi e mi fa ripetere
“VERRÀ LA MORTE E AVRÀ I TUOI OCCHI”.

Angela D’Alessandro

Prolife insieme

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