Veneto: prevenzione all’aborto non si fa con i mezzi contraccettivi

Egregio Direttore,
Mi consenta una replica all’articolo pubblicato sulla sua testata, in gran parte condivisibile, https://www.ilnordest.it/cronaca/interruzione-volontaria-gravidanza-nord-est-dati-prevenzione-come-si-fa-dxiznbs5
tranne nella sottolineatura legata alla prevenzione per mezzo della contraccezione.
Affermare che gli aborti diminuiscono grazie alla diffusione degli anticoncezionali non è vero, sono proprio i raffronti con Francia e Inghilterra a confermarlo: nei Paesi dove più è praticato il controllo delle nascite, lì molto più alto è il ricorso all’aborto.(https://www.vitavarese.org/la-contraccezione-non-previene-laborto-volontario-i-dati-e-le-conclusioni/). L’articolo qui riportato contiene dati estrapolati da siti americani vicini agli abortisti.
Sembra una contraddizione, ma ci sono almeno due ragioni per questo: prima di tutto non esistono mezzi sicuri al 100%, nemmeno la pillola e il preservativo, figuriamoci il coito interrotto. Ma il vero motivo del dilagare degli aborti laddove più si pratica il controllo delle nascite è la mentalità abortiva conseguente all’uso: se non si vuole la gravidanza ed essa si presenta inaspettatamente, l’interruzione ne è la logica conseguenza. Chi non vuole un figlio lo elimina e la intima convinzione di avere il diritto di farlo anima le donne che vi ricorrono, spesso per superficialità, ignoranza, ma anche per solitudine e disperazione.
Mi permetta poi una considerazione sull’uso delle pillole del giorno dopo e dei 5 giorni dopo: l’incremento esponenziale delle vendite ( nell’ordine delle centinaia di migliaia) rientra sempre nell’ idea di poter rifiutare la maternità dopo aver avuto un rapporto probabilmente in fase fertile. C’è però un altro aspetto inquietante: la possibile abortività delle pillole post coitali, calcolata statisticamente e documentata scientificamente.
Quindi, in conclusione, spiace dover confutare l’entusiasmo del giornalista, anche se va espresso un plauso per aver riconosciuto l’opera meritoria dei Centri di Aiuto alla Vita.
Serve, dal mio punto di vista, un’educazione al valore della vita, il riconoscimento ( scientificamente inoppugnabile) che al momento del concepimento è presente un essere vivente appartenente alla specie umana, la convinzione che l’aborto è la soppressione di un bambino con il cuore che inizia a battere a 20 giorni, quando la mamma ( già è tale!) nemmeno sa, talvolta, di essere incinta. Testate come la sua possono davvero fare la differenza in ordine alla veridicità della comunicazione sull’aborto, che nel 2024 in tutto il mondo ha registrato 45 milioni di piccoli bimbi che non hanno visto la luce.
Grazie per l’ospitalità

Prof. Vittoria Criscuolo

insegnante del Metodo dell’ovulazione Billings