Egregio Direttore,
Le chiedo di poter replicare all’articolo https://www.nuovavenezia.it/regione/antiabortisti-ospedali-interrogazione-regione-camani-baldin-ostanel-pgw55mke
Il linguaggio utilizzato nella comunicazione dei media è molto spesso costituito da etichette che, talvolta, in maniera volutamente distorta, ci fanno perdere il senso più profondo delle parole.
Molti titoli classificano infatti con accezione prettamente dispregiativa i gruppi chiamati “antiabortisti”.
Ma cosa significa ANTI-ABORTISTA?
Essere contro l’aborto – essere contro la soppressione della vita – essere a favore della vita.
Di quale vita stiamo parlando?
Della Difesa della Vita della Madre e quella del Figlio/a.
Sì, perché il feto, voluto o non voluto che sia, resta un figlio per sempre e la madre qualsiasi scelta faccia, resta sua madre per sempre.
Il mistero della vita si contempla in una relazione unica e irripetibile, che comprende anche la vita del padre, talvolta escluso perché irresponsabile ed indifferente, ma purtroppo spesso ignorato se si dimostra a favore della vita.
La società intera, quale garante della difesa della vita, dovrebbe essere PROVITA.
Ma oggi la società occidentale opulente ed egoista ha deciso di estinguersi, quindi combatte tutti i movimenti pro-life anche andando contro la stessa legge 194, che invece ne garantisce la presenza per offrire alternative alle madri: come possiamo infatti esercitare una “libera” scelta senza avere almeno una alternativa?
Il risultato di questa strada verso l’autodistruzione è chiaro: la sostituzione etnica.
Perché la Vita va avanti comunque, non si ferma, agisce e si riproduce attraverso quelle società che ancora comprendono il suo valore, contemplano il suo infinito mistero e rispettano la sua sacralità.
Manuela Ferraro
www.prolifeinsieme.it