Utero in affitto e obblighi del medico,il parere del dott. Alberto Virgolino

Il dottor Alberto Virgolino, Presidente dell’Associazione italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, esprime il proprio parere in merito alle dichiarazioni dei medici,  seguite all’intervista rilasciata dal Ministro Roccella https://www.la7.it/tagada/video/maternita-surrogata-roccella-effetto-dissuasivo-18-10-2024-563327

All’indomani dell’approvazione della legge per il reato universale della maternità surrogata, sono arrivate le repliche di medici e ginecologi ad alto livello, nel nostro Paese. Tutte le voci che si sono alzate, hanno mostrato una sostanziale uniformità nell’opporsi alla possibilità, per il medico, di denunciare l’evidenza di reato, ancorché supposta, di fronte a bambini ipoteticamente concepiti con utero in affitto all’estero, da donna pagata allo scopo.

Quando la questione si pone per un Ginecologo, e nel nostro territorio è pressoché impossibile salvo essere complice di reato, l’ unico principio etico che determina il suo operato è il rispetto assoluto delle leggi dello Stato che sanciscono il diritto del singolo all’ autodeterminazione. Il fatto di aver nominato la legge 194 in modo surrettizio e improprio rispetto alla questione in oggetto ( la maternità surrogata) conferma questa scelta etica e deontologica dei medici. In ciò si manifesta anche la loro ipocrisia, nell’ affermare di attenersi al giuramento di Ippocrate, ma senza menzionare il rispetto assoluto per la vita umana nascente da parte del medico, motivo della sua legittima obiezione di coscienza ammessa nell’ art.9 della stessa legge 194.
Se il dibattito in merito alla posizione del medico di fronte alla questione “utero in affitto reato universale” si fermasse al solo piano ideologico, senza considerare il bene assoluto in gioco, la vita e la dignità del bambino concepito e vivente nell’ utero della donna madre, il principio dominante dell’ autodeterminazione vincerà sempre sull’etica medica.

Dott. Alberto Virgolino

Pubblichiamo uno stralcio della lettera indirizzata a Quotidianosanità.it dal dott. Alberto Virgolino e che si può leggere integralmente al link. https://www.quotidianosanita.it/m/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=125287

Gpa. Inutile querelle, ma il Giuramento di Ippocrate va applicato integralmente

di Alberto Virgolino

24 OTTGentile Direttore,

l’approvazione della legge per il reato universale della Maternità Surrogata, anche denominata “utero in affitto”, ha fatto insorgere i medici (FNOMCEO) e i ginecologi italiani della Federazione SIGO (AOGOI, AGUI, AGITE) contro le dichiarazioni della Ministra Roccella che, in una prima intervista televisiva, aveva quasi ingiunto ai medici di segnalare alla Procura i casi sospetti di violazione della neoapprovata legge; ma nella successiva dichiarazione del 22.10.24 raccolta dalla Adnkronos, ha chiarito che “noi non abbiamo mai richiesto un obbligo, ma abbiamo chiesto un senso di responsabilità da parte della classe medica”.

Volendo analizzare con maggior ponderazione la situazione reale e concreta a cui la nuova legge fa riferimento, ossia la fattispecie che la maternità surrogata venga praticata all’estero (perché in Italia è già vietata attraverso la legge 40/2004 sulla PMA), appare impossibile che un medico o, ancor meglio, un ginecologo, in Italia, possa trovarsi nella condizione di assistere una donna in gravidanza che abbia voluto mettere a disposizione di terzi il suo utero. Se lo facesse infatti, in Italia, il medico o il ginecologo sarebbe evidentemente complice in questo reato.

(…)

E’ però interessante notare che, sempre gli stessi colleghi ginecologi dimostrino di essere totalmente ossequiosi delle leggi dello Stato, nominando in modo surrettizio, del tutto fuori dal contesto in discussione (la maternità surrogata), la legge N.194/78. Legge che rispetta la libertà di scelta della donna, ma, proprio alla luce del Giuramento di Ippocrate, riconosce anche il diritto del medico e del personale sanitario all’obiezione di coscienza (art.9). Questa palese omissione da parte dei ginecologi italiani rivela un atteggiamento etico di compromesso nei confronti di quelle scelte personali inerenti la vita umana che vengono poi recepite nelle leggi dello Stato come atti di legittima autodeterminazione. In ciò noi medici e ginecologi, in particolare, abbiamo una grande responsabilità nei confronti della cultura e della società.

(…)

Se, per i motivi che abbiamo visto, non è possibile di fatto per noi medici e ginecologi segnalare la violazione della legge contro la maternità surrogata, è invece doveroso impegnare la nostra responsabilità per un’azione educativa delle persone da noi assistite sul rispetto della dignità della donna-madre (non mera incubatrice) e dell’essere umano (il figlio) che ha diritto di venire al mondo nella libertà di un rapporto naturale tra un uomo (il padre) e una donna (la madre).

Dr. Alberto Virgolino
Presidente della Associazione Italiana dei Ginecologi ed Ostetrici Cattolici (AIGOC)