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Egregio Direttore,
TANTE SONO LE VOCI FEMMINISTE che si alzano in cori minacciosi al fine di protestare contro il patriarcato che, secondo loro, sarebbe alla base di tutte le violenze, le morti ed i soprusi nei confronti delle donne.
Come donna, come lavoratrice, come mamma che ha visti realizzati in modo soddisfacente questi ruoli, vorrei esprimere la mia opinione.
Mi sembra che questo femminismo sfrenato abbia un po’ perso la strada maestra e confonda l’emancipazione femminile con l’urlo distruttivo di tutto ciò che c’è di bello nella femminilità.
In questo gran caos ideologico della guerra tra i sessi si vuole affermare l’indipendenza con la prepotenza e la libertà con la volgarità.
DOVE CI STA PORTANDO questa esasperazione?
Ad una divisione che vuole dare connotati diversi alle donne per renderle esseri invulnerabili.
Ciò ha quindi come conseguenza la visione di un maschio violento e toglie così anche forza alla famiglia.
Tale estremismo ha solo rafforzato rancori e eretto muri distruggendo i rapporti.
Mi chiedo se sia questa la base giusta da cui partire per dare valore alle donne.
Uomini e donne hanno ruoli diversi per natura ma squisitamente complementari e la forza delle donne in quanto madri e mogli sta nel costruire e custodire equilibri essenziali che completano la crescita di un rapporto il quale si deve basare sul rispetto reciproco.
Non è possibile guardarsi sempre in cagnesco, vedere l’ uomo solo come predatore, il cui unico interesse è quello di affermare la propria mascolinità.
Per ricomporre l’armonia perduta è necessario fare squadra attraverso le differenze che non dividono ma uniscono.
Gli slogan volgari, urlati con rabbia, danno vita invece ad un rancore che demolisce.
Questo scadere negli eccessi fa perdere l’identità ma anche la lucidità e l’obiettività per un’analisi seria e coerente.
Noi donne valiamo in quanto tali e non abbiamo bisogno di parole d’ordine per sentirci libere.
Non è privandoci delle scarpe con il tacco, di un trucco ben fatto o dei capelli in ordine che perdiamo di credibilità o diventiamo vittime di questo fantomatico patriarcato.
Esigiamo il giusto rispetto ma tale rispetto dobbiamo dare, senza demonizzare l’universo maschile.
Lo sappiamo molto bene che i maschi non sono tutti uguali.
Per un uomo violento ce ne sono cento che amano con garbo.
Questo vale anche per le donne anche se la cronaca tende a non parlarne troppo.
C’È L ‘ESIGENZA DI RCERCARE la strada perduta che è quella dell’equilibrio per ritrovarci nella bellezza delle nostre differenze le quali, insieme, si fondono diventando meravigliosi complementi per un rapporto sincero ed appagante.
Mi piace riprendere una frase di Fabrizio de Andrè che cita:
“Mentre lui le insegnava a fare l’amore lei gli insegnava ad amare”.
Tanti sono stati i cambiamenti che gli uomini hanno fatto negli anni diventando padri dolci, compagni premurosi attenti e collaborativi.
Questo nessuno lo può negare.
Angela D’Alessandro
Comitato Pro-life insieme
www.prolifeinsieme.it
