Una donna che canta di donne senza riuscire a valorizzare la femminilità

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Una donna che canta di donne, delle loro speranze, delle loro trasformazioni, dei loro dolori e delle loro vittorie.
“Menestrella femminista”, così è il nome d’arte che, come usavano fare i giullari di grado elevato, non saltimbanco quindi, canta storie di una società in evoluzione da un punto di vista squisitamente femminile.
Altri cantautori hanno messo in musica i cambiamenti epocali, le convenzioni matrimoniali, l’amore libero e anticonformista che stava prendendo piede alla fine degli anni ’60.
De Andrè ad esempio con le sue canzoni “Bocca di Rosa”, “La canzone di Barbara”, “La canzone di Marinella” ha dato voce a donne che attraverso il loro amore libero sconvolgono le convenzioni rigide della società di quel periodo. Donne che rifiutano i vincoli che una relazione stabile comporta preferendo la libertà e il piacere immediato senza obblighi.
Sono inni ad un amore vissuto senza imposizioni sociali e morali. Il piacere e la libertà di ogni persona diventano il punto centrale della vita.
Storie di donne apparentemente libere quelle “cantate” da De Andrè. Incuranti dei limiti sociali ma incatenate ad un amore mercenario.
Perché non ci può essere libertà senza rispetto.
La libertà nelle relazioni scaturite dai movimenti di protesta del ’68, se da una parte volevano liberare le persone da “antiche forzature”, dall’altra hanno contribuito ad avere legami fragili.
La ricerca del piacere senza la stabilità della vita di coppia ed il rispetto che ne consegue ha avuto conseguenze negative sulla durata e sulla qualità della relazione.
Di queste scelte paghiamo le conseguenze in quanto, in nome della libertà, non siamo più capaci di accettare l’altro con il suo vissuto, le differenze individuali che lo caratterizzano. Anziché creare un ambiente di crescita e supporto reciproco, lo distruggiamo.
Tutti i cambiamenti se esagerati non conducono all’obiettivo desiderato.
Il femminismo ad esempio, nato come movimento per la rivendicazione dei diritti economici, civili e politici delle donne, ha preso una piega che ha delle ricadute negative sulla società .Femminismo come causa del ruolo sminuito di uomo e donna
C’è una sorta di rivalsa in certi movimenti femministi quasi a voler dimostrare superiorità sull’uomo ma, in questo modo, si rischia di cadere negli stessi errori.
Credo che bisognerebbe riappropriarsi della complementarietà delle figure maschili e femminili riscoprendo la bellezza di questa differenza.
Non c’è niente di male a riconoscere che maschi e femmine sono diversi ma in questa differenza ci si completa. È la consapevolezza di essere diversi che fa crescere e maturare lo spirito di squadra che ci rende collaborativi ed attenti al bisogno dell’altro.
La rivalità portata all’esasperazione, non ha mai del positivo, ed essere consapevoli che siamo diversi ma complementari non ci rende meno protagonisti nella storia.

Angela D’Alessandro
Prolife insieme
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