Egregio Direttore,
Da cittadina della Regione Trentino Alto Adige, chiedo cortesemente di poter replicare al servizio https://www.rainews.it/tgr/trento/video/2025/02/aborto-in-trentino-579-interruzioni-volontarie-di-gravidanza-f7a778c3-66eb-4519-8e6e-69e71981d27f.html
Da un sondaggio effettuato in Trentino fino al 2023 su donne nubili, con una buona scolarizzazione e con un’ età media di 30 anni è emerso che l’interruzione di gravidanza è aumentata dell’ 11%. Questo dato non deve però preoccupare, secondo l’articolista in quanto il trend degli ultimi 10 anni risulta essere in diminuizione.
Possiamo davvero stare allegri dopo questa consolante precisazione.
I consultori sono il luogo principale dove le donne intenzionate ad abortire si recano e la novità è che, da quest’ anno, i consultori trentini potranno, al posto dell’ ospedale, somministrare la prima dose della pillola RU486. Anche questa è una notizia bomba…
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I consultori, si tiene a precisare, devono essere luoghi laici, multidisciplinari “dove la decisione della donna viene prima di tutto.”
I servizi non sono orientati ad un cambio di opinione della donna ma vogliono offrire a tutte le donne la possibilità di fare una scelta consapevole.
Perché allora se la priorità è offrire la possibilità di fare una scelta consapevole, non si lascia spazio a chi invece di morte parla di vita?
Come può essere al primo posto la decisione della donna se non si offrono alternative alla morte?
Si può scegliere liberamente e consapevolmente quando ci sono più possibilità di scelta. Quando si offrono alternative.
C’è in questi luoghi laici, multidisciplinari, rispettosi, qualcuno che si prende la briga di aiutare la donna anche psicologicamente? La scelta che sta per fare è terribile. Come si può renderla simile ad un’ estrazione dentale?
C’è qualcuno che informi le future mamme su quali altre strade da percorrere ci sono?
No, non c’è, perché chi sostiene che la vita va custodita non ha diritto di parola.
Informare le future madri che l’alternativa alla morte c’è non significa manipolarle. È dare un’opportunità diversa. Molte donne hanno solo bisogno di sentirsi sostenute, capite, aiutate per decidere di tenere il proprio bambino.
Mi chiedo infine se le donne che decidono di affrontare un aborto chimico, vengano informate su eventuali problemi cui potrebbero andare incontro con l’assunzione della RU486.
Problemi che potrebbero diventare seri fino a comprometterne la salute futura.
Angela D’Alessandro. Bolzano
Comitato “ Pro-life insieme “