Transumanesimo : un nuovo capitolo dell’ esistenza umana

https://www.corriere.it/sette/25_ottobre_01/la-pagella-con-i-voti-agli-embrioni-per-decidere-quali-tenere-e-quali-no-com-e-andata-al-primo-orchid-baby-6f5c4620-0786-4866-aea3-14123e1eexlk_amp.shtml

“Il bambino perfetto resta un miraggio”! Per fortuna aggiungo io.
Qualcuno però pare si stia attrezzando per procurare, attraverso” tecniche di screening e computazione”, al fine di scegliere da un campionario, i futuri discendenti che siano però portatori solo del meglio dell’eredità familiare.
A parte eliminare eventuali mutazioni genetiche ereditarie, attraverso questa tecnica si vorrebbero altresì manipolare i geni in modo tale da renderli, in vista di un eventuale concepimento, così come i futuri genitori desiderano essi siano.
Una mostruosità solo a pensarci.

LA VITA NEI SECOLI

L’uomo nei secoli ha migliorato indubbiamente la sua vita passando da un’esistenza basata sulla sussistenza e sulla lotta per la sopravvivenza a un’epoca di progresso scientifico, medico, sociale e tecnologico che ne ha aumentato la durata e la qualità.
Adesso però si sta aprendo un nuovo capitolo dell’esistenza umana: il transumanesimo!
Un movimento filosofico e culturale che mira a migliorare la condizione umana attraverso l’uso di tecnologie come la genetica e l’intelligenza artificiale.
L’obiettivo è l’allungamento della vita, il superamento delle malattie, l’aumento delle capacità fisiche e intellettuali. Insomma una sorta di “superamento” dell’uomo stesso che ne trascenda i limiti attuali.
Un uomo dunque privato delle sue caratteristiche e trasformato in altro: più adeguato, più efficiente, insomma transumano.
Non si tratta di migliorare la condizione umana attraverso tecniche chirurgiche quali trapianti di organi malati o di impiantare arti mancanti, qui si vuole andare oltre!

CREARE UN SUPERUOMO

Si tenta di creare un super uomo modificandone la mappa genetica…
È spaventoso!
In questa ricerca spasmodica e ossessiva della perfezione si evince chiaramente il rifiuto dell’invecchiamento, di tutto ciò che non è perfetto e che non risponde a determinate caratteristiche stereotipate.
Questa è la “cultura dello scarto” che classifica gli esseri umani in oggetti: utili e inutili.
È una dottrina che toglie ogni rispetto della dignità umana dando valore solo ad un certo tipo di perfezione e che risponda a  determinati canoni.
È il frutto di una mentalità consumistica, individualistica che stabilisce il valore di una vita in base alla sua funzionalità.
Non mi servi? Ti elimino, la legge me lo consente ( l.194).
Sei troppo vecchio, stanco, malato, depresso? Ti propongo di uscire dal mondo dei viventi.
Si sta lavorando infatti affinché l’eutanasia diventi realtà legale per chi lo desideri!
Trovo tutto questo di una tristezza infinita!
Gli esseri umani sono molto di più.
La cultura dello scarto va rimpiazzata dalla “cultura della cura”.
L’essere umano deve essere valorizzato ed accolto per quello che è favorendone la dignità così come suggerisce la dottrina sociale della Chiesa.

LA PERFEZIONE NON ESISTE

Non si migliora manipolando i geni per evitare malattie o per avere capelli biondi o una mente matematica perfetta.
Si migliora coltivando alleanze e legami fondati sull’accettazione e la cura reciproca.
Non esistono vite non degne di vivere.
Cosa si sta cercando di raggiungere attraverso questa ricerca della perfezione ad ogni costo?
Non si arriverà mai a raggiungere la completezza perché l’essere umano è per sua natura imperfetto e destinato a morire.
Questa rincorsa al “perfezionismo patologico” genera insoddisfazione costante, ansia, stress in quanto
gli obiettivi che si tentano di raggiungere manipolando i geni per arrivare alla perfezione sono irrealistici.
Noi umani siamo imperfetti, vulnerabili, ed accettare queste caratteristiche è indispensabile al fine di raggiungere l’equilibrio e godere di quello che siamo.
Le imperfezioni, i difetti ci rendono unici e
sbagliare è una parte fondamentale del processo di apprendimento e di crescita.
La corsa alla perfezione diventa allora un meccanismo di difesa per avere l’illusione che tutto sia sotto controllo, quasi un modo per tentare di fuggire alla morte ma questo non è possibile.

FUGA DALLA MORTE

Questo desiderio di immortalità oltre ad essere ingannevole è pericoloso.
Può portarci a fare scelte estreme.
Non è matematico che eliminare un tipo di mutazione genetica garantisca al nascituro una vita senza malattie. Si eliminerà, forse, il rischio che sopraggiunga quel tipo di patologia ma la possibilità che ce ne potrebbero essere altre è probabile.
Manipolare i patrimoni genetici per pulirli da eventuali mutazioni, con l’ obiettivo di favorire determinate caratteristiche fisiche per cercare di creare un individuo sempre più perfetto sarà davvero la ricetta della felicità?
Non credo.
Un uomo è realizzato e quindi sereno e soddisfatto quando ha imparato a stare bene con sé stesso accettandosi per quello che è.
L’individuo perfetto resta un miraggio? Grazie a Dio.
Evitiamo dunque di rincorrere la perfezione perché ciò porterebbe alla paralisi della vita ed è sicura fonte di frustrazione.
La soluzione alla imperfezione è l’accettazione di ciò che siamo, magari dando spazio ad un processo di miglioramento che favorisca il nostro benessere.
Il nostro essere imperfetti ci predispone infatti a cercare di migliorarci tenendoci tuttavia con i piedi saldi al pavimento, liberandoci dalla superbia e lasciandoci nell’ umiltà.
L’umiltà è una virtù che promuove l’empatia e la collaborazione e arriva là dove la perfezione non potrebbe mai arrivare.

Angela D’Alessandro
Prolife insieme

http://www.prolifeinsieme.it