Taranto, applicazione della legge 194 per una vera consapevolezza

https://www.tarantotoday.it/attualita/ivg-taranto-accesso-difficile-rapporto-19-04-2025.html

I prolife si trovano decisamente in armonia con la sinistra italiana che chiede in questo scritto che si applichi finalmente la legge 194 che garantisce alle donne l’ ivg entro il primo trimestre.
Gridiamo a gran voce che si applichi in tutta la sua estensione fin dai primi articoli, i quali danno indicazioni precise, ossia che la legge non diventi di fatto usata per il controllo delle nascite e che si  contribuisca a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.
Che venga rivalutata la funzione dei centri di aiuto alla vita permettendo loro di entrare nei reparti maternità per poter aiutare le future mamme valutando insieme se è possibile garantire la vita nascente.
Spesso le donne sono lasciate sole a decidere se continuare o meno la gravidanza.
La legge attualmente non le punisce più come in passato ma, una volta abortito, queste donne non hanno più nessun supporto.
È testimonianza di tante quella che racconta che se avessero potuto contare su un aiuto, se avessero saputo che non sono sole avrebbero deciso diversamente.
La l. 194 deve essere fatta rispettare anche quando tutela i medici obiettori di coscienza.
Nessuno può obbligare un professionista a prestare la propria opera per mettere fine ad una vita.
Il medico deve garantire le cure, fare di tutto per salvare la vita e l’aborto lo metterebbe in condizione di stroncare una vita nascente che è vita a tutti gli effetti.
Ecco perché affermo con decisone e credo di non sbagliare quando dico che SÌ, si deve fare rispettare la 194 che rimane  pur sempre una legge iniqua, anche se probabilmente decisa per mettere fine ad un mattatoio.
Una legge che tuttavia racchiude qualcosa di buono in quegli articoli citati.
L’ivg è ad oggi garantita entro il primo trimestre sia in forma chirurgica che chimica.
Entrambe però sono violenze nel corpo delle donne perché strappano dall’utero una vita saldamente aggrappata.
Nessuno dei due metodi però è esente dal dolore fisico.
Viene incoraggiata l’ivg chimica, forse perché meno impegnativa dal punto di vista ospedaliero in quanto non richiede intervento chirurgico.
Non viene però descritto il grande contenuto ormonale  che con le pillole la donna assume, una vera bomba con effetti collaterali talvolta gravi.
Si continua a parlare di diritti, di autodetrmerminazione, di libertà senza fornire consapevolezza che è indispensabile per poter decidere liberamente.
Una consapevolezza che non sia ideologizzata ma che presenti la realtà di quello che si sta per compiere: che la donna sappia veramente che sta per spezzare una nuova vita.

Angela D’Alessandro
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it