“ Sono una donna e non sono femminista”

SONO UNA DONNA E NON SONO FEMMINISTA
SONO UNA DONNA E NON SONO FEMMINISTA
SONO UNA DONNA E NON SONO FEMMINISTA

Gentile direttrice
Chiedo cortesemente diritto di replica al suo editoriale
https://www.grazia.it/magazine/sono-femminista-perche-non-sono-masochista-editoriale-di-silvia-grilli-936760

Dopo aver espresso solidarietà al sindaco di Genova per gli insulti che dice di aver ricevuto in quanto donna credo sia giusto rispondere all’interrogativo che pone sul perché nel 2025 molte donne non amino appiccicarsi addosso l’etichetta femminista.
Avete svuotato dal di dentro il termine legato a quelle conquiste che grandi donne (loro sì!)del passato hanno raggiunto a prezzo di enormi sacrifici e battaglie come  la possibilità anche per le donne di frequentare licei ed università,  il diritto di voto, la rappresentanza politica, la possibilità di esercitare qualsiasi lavoro e professione …quelle attuali, le vostre, invece sono battaglie ideologiche molto utili per far carriera, fuffa direi,  che rivendicano come diritto proprio il semplice sovvertimento della manipolazione, della ghettizzazione questa volta eziandio nei confronti degli uomini! Semplice maschilismo al contrario…
Ed ancora rispondiamo al sindaco di Genova dicendo che no, non siamo felici che una donna su due non lavori ,destino fra l’altro che accomuna donne ed uomini a causa della insipienza ,della incompetenza, della collusione e corruzione che bipartisan accomunano maggioranze ed opposizioni, da decenni capaci solo di seguire pedissequamente e senza alcun spirito critico i diktat di Bruxelles che tanto male hanno fatto alle economie dei paesi membri, ma da una donna delle istituzioni come lei ci aspettiamo qualcosa di più che frasi fatte e luoghi comuni, ci aspetteremmo per esempio che si tiri su le maniche e cominci a lavorare perché quei posti di lavoro comincino ad esserci!
Più articolata la risposta dovuta all’editorialista la quale invero si risponde da sé ( excusatio non petita accusatio manifesta…) quando afferma :” spesso mi guardano come se volessi castrare gli uomini…” il congiuntivo imperfetto, cara la mia editorialista, introduce un’azione ipotetica, un desiderio o una possibilità ma le assicuro che molti uomini a fronte di frasi, affermazioni, azioni concrete di associazioni femministe usano l’indicativo:” queste ci vogliono castrare!” con buone pace di un rapporto armonico, serio, collaborativo fra uomo e donna che noi, che femministe non siamo, desideriamo sopra ogni altra cosa per il bene dei nostri figli, delle nostre famiglie, della società intera!
Condivido le parole della scrittrice Chimamanda  ma ritengo che sarebbero molto più efficaci se suonassero così: “Sono una donna africana felice che non odia gli uomini, ama indossare il rossetto e le scarpe con i tacchi per se stessa e non per i maschi».
Si vergogna ad usare il termine donna, preferisce quello di femminista?
Attenzione all’utilizzo del termine femminista soprattutto alla luce del gran finale che ci regala l’editorialista :
Il mondo ha diviso gli esseri umani in due gruppi opprimendone uno. Bisogna fare meglio, trovare un rimedio ( … opprime gli uomini!) .Il femminismo è la soluzione.
E su questo non possiamo che essere d’accordo!

Redazione Pro Life Insieme
www.prolifeinsieme.it