Dolore post aborto,studi confermano il dramma fisico e psicologico

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(…) E il report 2024 di Medici del Mondo documenta abusi diffusi: linguaggio denigratorio da parte del personale sanitario, ritardi deliberati nelle procedure, firme imposte per la sepoltura del feto e negazione di antidolorifici. Secondo l’OMS, limitare l’accesso all’aborto aumenta stress e stigmatizzazione, violando i diritti umani. Lo studio Turnaway – l’analisi sull’interruzione di gravidanza condotta da Advancing New Standards in Reproductive Health (ANSIRH) presso l’Università della California, San Francisco – dimostra che le donne costrette a portare avanti una gravidanza indesiderata hanno maggiori probabilità di vivere in povertà o con un partner violento. Al contrario, il 99% di chi ha avuto accesso all’IVG dichiara di non provare rimpianto, ma sollievo.

E se invece le donne soffrissero dopo l’aborto? Studi accreditati a livello mondiale dimostrano le conseguenze gravi a livello psicologico e fisico dovute alla decisione di abortire: riporto il link http://www.postaborto.info/  dove, tra l’altro, si legge: cap.14(…) “Dopo un aborto, le donne hanno maggiori probabilità di mostrare comportamenti autodistruttivi tra cui suicidio e tentativi di suicidio; mutilazione e varie forme di punizione (tra cui ripetuti aborti e sterilizzazione); abuso di droghe, alcol e tabacco; e disturbi alimentari come un modo per negare o minimizzare il senso di colpa, il dolore e l’intorpidimento che provano.

Le donne che abortiscono spesso hanno difficoltà a legare con i bambini delle future gravidanze e hanno maggiori possibilità di abusare di loro, il che porta a un modello ciclico di abuso-aborto-abuso.

Sembra chiaro, data la frequenza dei risultati comportamentali negativi per le donne dopo l’aborto, che sia necessario pensare di più a una terapia appropriata per le donne (e i loro figli) che sono a rischio. Molte donne cercano sostegno per riprendersi dall’angoscia post-aborto, spesso anni dopo l’aborto.”

La questione non è religiosa, ma antropologica, il rispetto della donna non può prescindere  dalla sua consapevolezza e dalla conoscenza della possibilità di tenere il bambino, invece che eliminarlo.

Siamo dalla parte delle donne, noi del Comitato “ Pro-life insieme “, vogliamo aiutarle a fare una scelta per la vita. La nostra esperienza conferma che, chi ha scelto di tenere il piccolo, non si è mai pentita.

Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it

https://futura.news/the-unheard-voice-una-contro-stanza-per-lascolto-diritto-allaborto/