Sicilia,PMA: pochi “bimbi in braccio” ma molti embrioni sacrificati

https://www.vdj.it/da-settembre-la-procreazione-medicalmente-assistita-non-sara-piu-un-lusso/

Cortese richiesta di Replica all’articolo: “Da settembre la Procreazione Medicalmente Assistita non sarà più un lusso” del 1.09.2025.
La Regione Siciliana in data 14 agosto 2025 ha pubblicato un decreto dell’Assessore alla Salute che stabilisce il finanziamento della PMA nei Centri privati convenzionati, per una spesa di 3 milioni e 500mila euro fino al 31.12.2025, a carico del Sistema Sanitario Regionale. Così viene attuata la normativa nazionale che prevede l’inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) anche della PMA omologa, già vigente in Lombardia, Toscana e Puglia.
Questo decreto è stato salutato positivamente dagli autori dell’articolo come “una conquista per la salute riproduttiva, per contrastare il calo demografico, per l’equità di accesso (“la PMA non sarà più un lusso”), per il diritto alla genitorialità”.
Naturalmente i più entusiasti sono stati i rappresentanti delle Associazioni e dei Centri privati che operano da anni in questo campo nell’Isola.
Dai dati rilevati dall’ultima Relazione del Ministero della Salute al Parlamento sulla applicazione della L.40/2004 che regolamenta la PMA, nell’anno 2022 risultano essere attivi in Sicilia 15 Centri di cui 2 soltanto del Servizio Pubblico e 13 del Servizio Privato; in questi ultimi Centri sono stati iniziati n. 4.543 cicli di PMA (91,26%), mentre in quelli del Servizio pubblico soltanto 435 cicli (8,74%). Questo spiega la corsa alla contrattualizzazione di questi Centri privati con le rispettive ASP (Aziende Sanitarie Provinciali).
Sempre facendo riferimento ai dati ufficiali tratti dalla stessa Relazione ministeriale, si può constatare il reale valore di questa “conquista per la salute riproduttiva”, proprio in Sicilia nell’anno 2022. Questi che seguono i dati statistici più significativi:
– per un totale di 4.978 coppie (4.543 per la PMA omologa e 435 eterologa) sono state 1.210 in totale le gravidanze ottenute, pari al 24,3%.
– Gli embrioni sopravvissuti fino alla nascita: con la PMA omologa sono stati 711, pari al 15,28% di quelli trasferiti in utero; con la PMA eterologa sono stati 193, pari al 23,11% di quelli trasferiti.
– Gli embrioni sacrificati: sono stati 3.941 con la PMA omologa, pari all’84,72% di quelli trasferiti; con la PMA eterologa sono stati 642, pari al 76,89% di quelli trasferiti.
– Gli embrioni formati/scongelati con PMA omologa NON trasferiti in utero sono stati 2.455 su un totale di 7.097 embrioni, pari al 34,59%. Nei Centri del Servizio pubblico ben il 51,7% degli embrioni prodotti sono stati crioconservati e nei Centri privati sono stati il 42,1%.
Sorprende enormemente, alla luce di questi dati che documentano in modo inequivocabile la scarsa efficacia di queste tecniche che lasciano deluse e disilluse la stragrande maggioranza (da circa il 25% a meno del 10%, al crescere dell’età delle donne) di coppie nelle loro forti aspettative di genitorialità, la scelta politica di questo finanziamento. Senza considerare il costo enorme di vite umane allo stadio iniziale della loro esistenza che vengono sacrificate o deposte nei freezer, a migliaia ogni anno, con un destino incerto per la gran parte di loro.
Se anche l’Assessore alla Salute della Regione Sicilia riconosce un grande valore alla PMA, tanto da promuoverla con un rilevante finanziamento pubblico (a dispetto di tutte le ingenti esigenze economiche che presenta il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale!), lascia pensare che l’Assessore non abbia letto e considerato con la dovuta attenzione – per la responsabilità politica che ricopre – i dati della Relazione ministeriale sulla PMA. Tutto l’impegno pubblico – per far fronte al calo demografico? – viene abbondantemente (3 milioni e mezzo di euro!) finalizzato a sostenere una procedura che, nella migliore delle statistiche, per il 75% delle coppie risulta essere fallimentare! Significa che di quella somma almeno i  3/4 vanno sicuramente a vuoto! Roba da Corte dei Conti, in un Paese serio…
Nel 2022 ci sono state 4.374 donne in Sicilia che hanno rinunciato al loro bambino già vivente, non in provetta ma nel loro utero, mediante l’aborto volontario legalizzato dalla L.194/78. Forse se quei fondi per la PMA, anche parte di essi, venissero offerti alle donne per sostenerle nella loro maternità problematica, come prevedrebbe la stessa L.194, la Regione Sicilia avrebbe un sicuro risultato positivo e significativo, non solo sul piano economico: la nascita di migliaia di bambini che davvero contrasterebbe il calo demografico, rispetto alle poche centinaia che le tecniche di PMA riescono ad ottenere in un anno. Ma soprattutto non incentiverebbe l’industria folle della produzione dell’essere umano che ne distrugge dieci volte di più di quelli che produce in vitro!

Dr. Alberto Virgolino – Presidente AIGOC. Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici
Comitato “ Pro-life insieme “
http://www.prolifeinsieme.it