https://meridionews.it/obiettori-coscienza-aborto-sicilia/
Replica a Meridionews.it
*Abortire in Sicilia, quando l’ostacolo è la politica: «Troppi medici obiettori e la Regione tace sulla pillola fuori dagli ospedali»*
Vi siete mai chiesti perché esistano i medici obiettori di coscienza? Beh credo che gli attivisti di obiezione respinta, +194 e tante altre associazioni che si definiscono in difesa dei “diritti” delle donne, dovrebbero quanto meno porsi questo importante quesito.
Il medico diventa obiettore quando capisce che la procedura che deve eseguire sul paziente non è di cura ma è lesiva in quanto si sopprime una vita umana.
Certo non è il capriccio di medici “cattivi” magari ancora fans del patriarcato che vogliono fare un dispetto alla donna, perché vogliono sottrarre un diritto bensì non vogliono aiutare la donna a sopprimere la vita del feto, il loro bambino.
Perché allora istigare odio e violenza contro i medici obiettori?
Dopo tante riflessioni ed dopo aver studiato i video dei cortei e i report delle conferenze di questi attivisti, sono giunta alla conclusione che queste associazioni lottano solo per difendere presunti “diritti” ma in realtà non lottano per difendere le donne. Quindi tutto ciò che può ostacolare l’esercizio illimitato ed indiscriminato di questi ” diritti” deve essere censurato, combattuto anche con violenza verbale e istigando anche odio e violenza fisica contro chi voglia offrire un’ altra visione della donna, non come schiava dei suoi “diritti” ma libera di scegliere anche una alternativa.
A questo punto è doveroso domandarci se i “diritti” che difendono tali attivisti siano leciti. La famosa frase “la mia libertà termina dove inizia quella di un altro individuo” perché non deve essere valida anche per l’aborto? Chi difende il DIRITTO ALLA VITA DEL FETO, il bimbo nel grembo materno?
Concludo rivolgendomi a Elena Mizzoni di “Obiezione respinta”, il progetto Transfemminista – che fa parte della rete “Non una di meno” – nato con l’intento di mappare l’obiezione di coscienza in Italia, la quale vorrebbe introdurre negli ospedali in maniera discriminatoria concorsi aperti solo a medici abortisti e che vorrebbe negare la possibilità di obiezione a medici e farmacisti che si rifiutino di prescrivere e vendere la pillola abortiva: pensa davvero di essere dalla parte della donna promuovendo la pillola killer ru486 a domicilio?
Come si può dire di difendere le donne abbandonandole a casa da sole, senza presidio medico, in preda ad altissimi rischi di emorragie e complicazioni in un momento traumatico a livello psicologico come quello di vedere il feto, il proprio bambino, fuoriuscire nel wc di casa loro? Queste per lei sarebbero conquiste di civiltà?
Con buona pace delle attiviste del movimento +194, guardando le statistiche ci rendiamo conto che questa legge non ha abbattuto i livelli di aborti clandestini, cosa per la quale si diceva fosse stata introdotta, ma ha aperto le porte alla desacralizzazione della vita umana, arrivando oggi perfino alla massiccia distribuzione della pillola abortiva che è semplicemente una diversa modalità di abbandonare le donne, incoraggiandole a “liberarsi da sole dei loro fardelli” e a banalizzare ancora di più la soppressione della vita umana solo perché NON VOLUTA. Tutto questo spacciato come “diritto alla salute riproduttiva” e pagato anche con i soldi di chi è contrario all’aborto.
Noi del Comitato “Prolife Insieme” desideriamo unire tutte le donne in una rete di solidarietà che non le renda schiave di “diritti” oppressivi che rischiano di farle diventare vittime delle loro stesse scelte.
Noi rispettiamo tutta la classe medica e invitiamo tutte le altre associazioni di qualsiasi fronte a fare lo stesso, non facendo discriminazione tra medici obiettori e non obiettori, e chiediamo di smettere di mappare gli obiettori come se fossero dei criminali,poiché anche le attiviste di “obiezione respinta” “+194” e “non una di meno” non sono nate sotto un cavolo ma sono state partorite da una madre, potrebbero anche solo per un attimo mettersi nei panni di quel feto e pensare: “se fossi io quel “grumo di cellule” non sarei forse infinitamente riconoscente a quel medico che si rifiuta di interrompere il battito del mio cuore?”
Manuela Ferraro. Poggibonsi
Comitato “ Pro-life insieme “