Sicilia, aborto: la donna deve sapere che il suo bimbo può essere salvato

https://qds.it/aborto-sicilia-spesso-percorso-ostacoli-tra-medici-obiettori-carenze-e-pregiudizi/

Egregio Direttore, chiedo cortesemente di replicare all’articolo sulla sua testata.
Condivido  con lei il fatto del tabù relativo all’aborto, ma da un punto di vista diverso da come lo intende lei .
Ovvero,  la possibilità di scelta non deve andare a senso unico, non vale solo il principio “l’aborto è un mio diritto “.
Perché dico questo ? Perché la pensavo anche io così, quando interruppi la gravidanza, a 20 anni o poco più.
Pensavo così perché nessuno mi ha mai dato la possibilità di scegliere realmente,perché conoscevo solo, se possiamo chiamarla così, una verità.
Ma le faccio una domanda : scegliere non dovrebbe implicare l’avere più possibilità ?
Per quanto mi riguarda, Sì.
Ecco perché sono completamente a favore dei “prolife”,  perché  fanno e facciamo conoscere un’opzione, una scelta ,mettendo la donna in uno stato di consapevolezza ,sia sull’avere il diritto sul suo corpo  ma anche sul diritto di vivere  del bimbo.
Magari avessero dato a me la possibilità di vedere un’ecografia oppure sentire il battito del mio bimbo ,magari! E invece no, nessuno mi disse niente ,tutto freddo, anonimo, come se l’interruzione di gravidanza fosse togliere una semplice e banale cisti.
Credo fermamente che in un paese democratico, la possibilità di scegliere con la consapevolezza di ciò che si sta per fare, delle conseguenze delle proprie azioni, sia la base del vivere civile.
Anche se sappiamo bene  che fa paura avere più opzioni, soprattutto nel caso dell’aborto.

Barbara Cinti
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it