San Giuseppe:archetipo maschile secondo il Magistero della Chiesa

San Giuseppe è una delle figure più straordinarie della tradizione cristiana, un uomo che ha saputo incarnare in modo esemplare le virtù maschili autentiche. Pur rimanendo in secondo piano nei Vangeli, la sua presenza è determinante nel piano salvifico di Dio. Il Magistero della Chiesa ha più volte sottolineato la grandezza della sua figura, come ad esempio nelle encicliche Quamquam Pluries di Leone XIII e Redemptoris Custos di San Giovanni Paolo II. San Giuseppe si presenta come l’archetipo maschile perfetto: discreto, focalizzato sulla sua missione, dominatore delle proprie passioni e fermamente determinato nel portare a termine il compito affidatogli da Dio.

Un Uomo Discreto e Concreto

Uno degli aspetti più evidenti della personalità di San Giuseppe è la sua discrezione. Nei Vangeli, Giuseppe non pronuncia una sola parola: la sua è una santità operosa, fatta di azioni più che di discorsi. In Redemptoris Custos, San Giovanni Paolo II sottolinea come il suo silenzio sia «permeato di contemplazione del mistero di Dio, in atteggiamento di totale disponibilità alla volontà divina» (RC, n. 25). In un’epoca in cui il protagonismo e l’ostentazione sono all’ordine del giorno, Giuseppe insegna la bellezza di un’esistenza vissuta nell’umiltà e nella fedeltà quotidiana.

Non è un uomo di chiacchiere, né uno che cerca la ribalta. Egli incarna il modello di mascolinità solida e silenziosa, capace di sostenere la propria famiglia senza bisogno di clamore. È un uomo che agisce con fermezza, sempre in ascolto di Dio e pronto a rispondere con prontezza. Quando l’angelo gli ordina di prendere con sé Maria (Mt 1,20-21), Giuseppe obbedisce senza esitazione. Quando deve fuggire in Egitto per salvare il Bambino (Mt 2,13-14), parte immediatamente. Il suo è un cuore che ascolta e agisce.

Dominatore delle Proprie Passioni

Un altro tratto distintivo della sua mascolinità è la capacità di dominare se stesso. Giuseppe è un uomo giusto (Mt 1,19), il che significa che la sua vita è interamente orientata verso Dio e il bene. San Giovanni Paolo II spiega che questa giustizia «esprime il suo amore maturo» (RC, n. 21). Non si lascia trascinare da impulsi disordinati, ma sa governare i propri desideri e orientare tutto al servizio della sua missione.

La sua relazione con Maria è il segno più eloquente della sua purezza e della sua capacità di dominio di sé. Accetta di essere il custode della Vergine e del Figlio di Dio senza mai anteporre sé stesso. In un’epoca in cui la virilità viene spesso confusa con il dominio sugli altri o con l’affermazione dei propri istinti, Giuseppe mostra la vera forza dell’uomo: quella del sacrificio, della protezione e della responsabilità.

n contrasto con la purezza e il dominio di sé incarnati da San Giuseppe, oggi molti giovani maschi crescono in una realtà profondamente segnata dalla pornografia. Secondo recenti studi, l’età media del primo contatto con contenuti pornografici si aggira intorno ai 12-13 anni, spesso a causa dell’accesso illimitato a internet e della mancanza di un’educazione affettiva e spirituale solida. Questo fenomeno rappresenta una vera e propria schiavitù moderna, che mina la capacità dei giovani di sviluppare relazioni sane, la loro autostima e persino la loro vocazione alla paternità o alla vita consacrata.

San Giuseppe offre un modello di virilità radicalmente opposto: egli non è dominato dalle passioni, ma è il loro padrone. Il suo amore per Maria è casto, forte e oblativo, capace di accogliere il mistero di Dio senza ridurlo ai propri impulsi. In Redemptoris Custos, San Giovanni Paolo II sottolinea che Giuseppe è l’uomo che «si è completamente donato a Maria e a Gesù» (RC, n. 8), mostrando che la virilità autentica non è schiava dei desideri, ma orientata all’amore e alla responsabilità.

La pornografia, al contrario, disintegra questa visione dell’uomo e lo rende incapace di vivere relazioni vere. Essa crea dipendenza, illude con un piacere effimero e, soprattutto, spegne il desiderio del sacro. L’ossessione per il piacere immediato porta molti giovani a perdere la capacità di amare veramente, di attendere e di costruire una relazione solida. San Giuseppe insegna che la castità non è repressione, ma forza, perché solo chi sa dominare se stesso è veramente libero.

Per liberarsi da questa schiavitù, è necessario riscoprire il valore della lotta spirituale e della preghiera, affidandosi all’intercessione di San Giuseppe, custode della purezza. La Chiesa offre strumenti concreti come la confessione frequente, l’adorazione eucaristica e l’accompagnamento spirituale. San Giuseppe mostra che l’uomo autentico non è quello che si lascia trascinare dai propri impulsi, ma colui che li governa con fermezza, trasformandoli in energia per una missione più grande: il servizio a Dio e agli altri.

Determinato a Compiere la Missione di Dio

San Giuseppe è un uomo con una missione chiara: essere il padre putativo di Gesù e il custode della Santa Famiglia. Nonostante le difficoltà, non si tira mai indietro. Leone XIII, nella Quamquam Pluries, afferma che Giuseppe fu «stabilito su tutta la famiglia del Signore con l’autorità di padre e provveditore» (QP, n. 3). La sua figura dimostra che la mascolinità autentica non è sinonimo di dominio, ma di servizio.

Ogni prova lo vede pronto e fedele. Non si lamenta, non cerca scappatoie, non cede alla paura. La sua determinazione è un esempio per tutti gli uomini chiamati a essere padri, mariti, lavoratori e cristiani impegnati. Nel compiere la volontà di Dio, Giuseppe dimostra che il vero uomo non è quello che si impone sugli altri, ma quello che porta con responsabilità il peso della missione affidatagli.

Conclusione

San Giuseppe è l’archetipo dell’uomo secondo il cuore di Dio: silenzioso ma operoso, padrone di sé e forte nella fede, fedele e determinato. Il suo esempio è più che mai attuale in un mondo che fatica a comprendere la bellezza della virilità autentica. La Chiesa ce lo propone come modello di padre, di lavoratore, di uomo giusto: chiunque voglia riscoprire il significato profondo della mascolinità può trovare in lui una guida sicura.

don Andrea

Comitato “ Pro-life insieme “

http://www.prolifeinsieme.it