https://www.casainternazionaledelledonne.org/eventi/aborto-farmacologico-senza-ricovero/
Egregio direttore,
Le proposte dell’associazione Luca Coscioni non tengono conto assolutamente degli ultimi studi in merito alla pericolosità della pillola RU486, studi che mostrano come negli Stati Uniti si stia pensando di fare marcia indietro sulla distribuzione del farmaco, visti gli effetti avversi documentati ormai da tempo.
Come si può leggere sul sito https://www.lifenews.com/2025/05/19/hhs-secretary-asked-to-make-good-on-promise-to-review-abortion-pill/?cmid=cd95b525-9831-4da5-8089-a6d030512749
(…)Advancing American Freedom, a conservative think tank founded by former Vice President Mike Pence, thanked Kennedy for his pledge to review mifepristone in light of the new Ethics and Public Policy Center report showing 11% of women “experience sepsis, infection, hemorrhaging, or another serious adverse event within 45 days following a mifepristone abortion.”
Cioè: Advancing American Freedom, un think tank conservatore fondato dall’ex Vicepresidente Mike Pence, ha ringraziato Kennedy per il suo impegno a riesaminare il mifepristone alla luce del nuovo rapporto del Centro di Etica e Politica Pubblica, che mostra che l’11% delle donne “sperimenta sepsi, infezioni, emorragie o un altro evento avverso grave entro 45 giorni dopo un aborto con mifepristone.”
Basterebbe soltanto questo per metterci in allarme noi donne, se fossimo realmente informate come si deve. A chi interessa veramente la nostra salute? Il fatto che negli Stati Uniti la pillola RU486 venga anche distribuita non in presenza della donna ma addirittura per via Telematica, dovrebbe farci preoccupare e chiederci, come sempre,”cui prodest“? A chi giova questa distribuzione a tappeto, indiscriminata, senza controllo, di un farmaco che anni fa era definito “Kill pill“? Si fa peccato a pensare che ci possano guadagnare le case farmaceutiche? Invito le donne a informarsi al di là della ideologia, aldilà delle proprie posizioni politiche, su quali possano essere i pericoli legati a un farmaco che, tra l’altro, è un abortivo e quindi sopprime una vita già esistente, quella del bambino concepito. La nostra preoccupazione, come Comitato “Prolife insieme“, è rivolta anche al dolore che segue a un aborto in casa, presso il proprio domicilio, in una situazione di solitudine che porta la donna a vedere con i propri occhi il bambino vivo che sta espellendo.Noi donne ci meritiamo di più e di meglio che una proposta offensiva per la nostra femminilità.
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it