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Viale, vent’anni da “dottor morte”: “Ru486 nei consultori e a casa”
Sembra strano che Silvio Viale e tante femministe interpretino il procurato aborto come diritto, una supposta libertà, difesa della salute delle donne.
Nel caso del procurato aborto chi parla di “libertà di scelta” mette il carro davanti ai buoi, sovverte l’ordine logico del giudizio. Soltanto quando un’azione è morale, buona, lecita subentra la “libertà di scelta”: soltanto se sono libero da altri doveri, posso scegliere se leggere un libro oppure se fare una passeggiata.
Non esiste la “libertà di scelta” di ammazzare, di violentare, di rubare, di gettare un’automobile a folle velocità. Quindi non esiste neppure “libertà di scelta” di chichessia nei confronti del bambino concepito e nascituro.
La libertà di scelta prevede inoltre che la madre, che pensi al procurato aborto come alla soluzione dei suoi problemi contingenti, riceva adeguata informazione per formulare il suo consenso informato previsto da qualsiasi legge per qualsiasi procedura chirurgica o medica di rilievo. Gli abortisti in genere occultano la natura umana del bambino concepito: ma dobbiamo rendere atto che Silvio Viale ha pubblicamente dichiarato “io i bambini li frullo”: un bambino fatto a pezzi, o spappolato per aspirazione, o ustionato a morte con soluzioni saline per aborto chirurgico; oppure espulso a forza e quindi fatto soffocare per aborto chimico con la Ru486.
Ma gli abortisti occultano anchee le conseguenze prossime o differite per la madre. Mentre si appresta ad uccidere suo figlio, la madre avrebbe il diritto di ricevere ampie informazioni anche riguardo agli effetti avversi che il procurato aborto può avere sul suo corpo e sulla sua psiche nell’immediato e a distanza di tempo: emorragie, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress, etc, un drammatico incremento di rischio per il cancro della mammella Link ABC cioè il rapporto causale tra Abortion e Breast Cancer.
Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano: insieme con Giovanbattista Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978, ma riteneva più che necessaria la presenza dei CAV Centri di Aiuto alla Vita accanto ai reparti di ostetricia. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/
Quanto ai costi economici il procurato aborto incide enormemente sul bilancio del Sistema Sanitario Nazionale: i fondi erogati dalla Regione Piemonte, conformemente all’art.2 della 194/1978, per ridurre il ricorso al procurato aborto sono spiccioli in paragone ai milioni di euro dissipati, sprecati, bruciati in questa industria della morte. Dalla quale peraltro alcuni, che la sostengono e la praticano, traggono cospicui interessi di denaro, di evidenza mediatica, di carriera.
PS: Come procede la vicenda giudiziaria che vede Silvio Viale accusato di violenze sessuali da alcune donne, che a lui si erano fiduciosamente rivolte? https://www.giornalelavoce.it/news/cronaca/610552/silvio-viale-imputato-per-violenza-sessuale.html Ferma restando la presunzione di innocenza di chi non sia stato seriamente valutato e giudicato in sede appropriata, sinceramente non appare inconcepibile per me pensare che chi non ha alcun rispetto per la vita umana dei nascituri, possa non avere rispetto per altre persone.
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme