RU486, l’aborto inteso solo come questione burocratica

Spettabile Redazione,
le scrivo in risposta all’articolo https://www.sanitainformazione.it/salute/aborto-farmacologico-istat-la-pillola-ru486-e-disponibile-solo-in-poche-regioni/
“Aborto farmacologico, Istat: “La pillola Ru486 non ancora disponibile in tutte le Regioni” che nel suo esordio esalta il superamento, nelle statistiche, dell’aborto farmacologico rispetto a  quello chirurgico, nonchè l’età gestazionale nella quale il primo é effettuabile, che passa dalle sette settimane alle nove del piccolo embrione.
L’articolo lamenta poi la lentezza di adeguamento delle Regioni alle Disposizioni del Ministero che prevedono l’utilizzo della Pillola Abortiva, non solo in regime ospedaliero, ma addirittura in ambulatori pubblici autorizzati!
E qui si punta il dito verso i Consultori: dopo aver, diligentemente, enumerato le Regioni “virtuose” che si sono adeguate, con una pronta apertura di queste strutture, rileva una troppo esigua diffusione di queste ultime in altre Regioni, rispetto ai bisogni della popolazione, ponendo in rilievo lo “standard” auspicabile sul territorio, sempre secondo l’ indagine dell’ Istituto Superiore di Sanità.

Applicazione della legge 194 in riferimento al ruolo dei consultori

Sottolineando, doverosamente, che nella Legge 194/78, le funzioni dei Consultori erano essenzialmente quelle di: informare, suggerire  agli Enti Locali soluzioni, in caso di problemi e  contribuire a far superare le cause che possano far pensare a una IVG, aiutando e supportando le donna in stato di gravidanza, rileviamo come purtroppo, oggi, essi si siano tristemente trasformati in veri e propri abortifici!

La Ru486 ed i suoi effetti

Premettendo che non esistono ad oggi validi studi scientifici che garantiscano maggiore sicurezza nell’approccio farmacologico rispetto a quello chirurgico,cosa di cui, nell’articolo, non si fa menzione, l’uso della RU486, a livello politico, viene appoggiato e raccomandato senza nessuna documentazione.
Esso é più doloroso, con tasso di mortalità della donna  10 volte maggiore rispetto alla IVG chirurgica, oltre ad essere psicologicamente invasivo e non costituisce un passo in avanti solo perchè sarebbe, come si afferma,”meglio di un intervento”. Ricordiamo che, quello che provoca, anche se si fa di tutto per nasconderlo, é un omicidio di un bimbo prima della nascita.(l’aborto toglie la vita al bimbo e distrugge la donna)
Anzi, in definitiva la donna, letteralmente, viene lasciata ancor più sola a “liberarsi” del proprio figlio (il processo consta di più fasi) con tutte le conseguenze fisiche e psicologiche che ne derivano…
Una tragedia in cui é facile morire, a causa di emorragie ed infezioni.Una tragedia in cui vi sono due tipi di vittime, i bambini che cessano di vivere  e le donne che vengono traumatizzate per tutta la loro esistenza, mentre, nella mentalità corrente si lascia intendere che la Ru486 avrebbe, come obiettivo, la salute delle donne.
Qualcuno un giorno ha detto: “La società che uccide i propri figli, uccide se stessa”.Interroghiamoci come la nostra società sia potuta arrivare a una simile forma di barbarie, spacciandola per progresso.
Cordialmente

Maria Cariati

Prolife insieme