Egregio Direttore, chiedo cortesemente di poter replicare all’articolo https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/interruzione-di-gravidanza-arcidiocesi-alla-ef890edc
Da diverso tempo si vociferava di questo inevitabile esito della pratica dell’aborto farmacologico, che sarebbe appunto l’aborto a domicilio e che verrà introdotto ufficialmente in Emilia Romagna dal primo gennaio attraverso la RU486.IVG con RU486, se l’aborto farmacologico è più pericoloso
In pratica la donna deve affrontare tutto in perfetta solitudine trovandosi anche spesso in situazioni di difficoltà come emorragie, contrazioni serie e altro. Sappiamo da altri paesi che già lo fanno da anni, che poi queste stesse donne spesso rientrano dal pronto soccorso e che qualcheduno ci rimette anche la vita.
Siamo sicuri che sia questo il percorso che libera la donna?
Siamo sicuri che spingere una persona a liberarsi di suo figlio e a farlo in casa, da sola, tra mille dolori sia un progresso?
Molti di noi che operano da anni a contatto con le mamme in difficoltà credono proprio di no, può essere molto utile a questo proposito la visione del film Unplanned nel quale viene descritta esattamente questa procedura e tutta la situazione che poi la donna si trova a vivere in condizioni di angoscia e solitudine .
È davvero un controsenso che la nostra società consideri tutto questo un progresso, quando ci troviamo di fronte a un calo demografico senza remissione e a una sempre maggior sfiducia dei giovani nell’istituto della famiglia.
È chiaro a questo punto l’intento vero della legge 194, che è passata come la legge che avrebbe permesso di abortire in sicurezza…in realtà tutto l’impianto è semplicemente volto a indurre un suicidio collettivo volontario sostenuto dallo stato.
Prof. Mariasole Martucci
Maranello ( Modena)
Comitato “Pro-life insieme”
www.prolifeinsieme.it