Regione Marche: aborto inteso come “ amore” per la vita?

https://portosangiorgiotoday.it/l/i-nostri-corpi-come-anticorpi-a-rivafiorita-appuntamento-con-possibile-marche/

https://www.viverefermo.it/2025/06/13/interruzione-volontaria-di-gravidanza-se-ne-parla-a-porto-san-giorgio-terzo-incontro-della-rassegna-di-possibile-marche/93974/

Egregio Direttore,
Rimango sinceramente attonito riguardo all’affermazione di Possibile Marche sul procurato aborto: “Per amore della vita: aborto accessibile, non violento”: un ossimoro! Il procurato aborto non è certamente “amore per la vita” né per la madre, che potrà andare incontro a conseguenze fisiche e psichiche a breve o a lunga scadenza, né tantomeno per il bambino al quale viene totalmente negata la vita. Il procurato aborto è quindi sempre e comunque un atto estremamente violento.
Molte donne, che credono che il procurato aborto costituisca una libera scelta, anziché la negazione della loro stessa natura di madri, hanno sperimentato sulla loro psiche e sul loro corpo gli effetti avversi del procurato aborto: emorragie, sepsi, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress, etc. Effetti avversi cui va aggiunto il drammatico incremento di cancro della mammella a causa del Link ABC cioè il rapporto causale tra Abortion e Breast Cancer.
Le energie e le risorse economiche che vengono spese per promuovere il procurato aborto, andrebbero invece sapientemente erogate per aiutare le madri a realizzarsi come madri.
C’è qualcosa che grandemente confligge con la logica e la morale se proprio alcune donne sembrano sostenere che persone geneticamente maschili possano insidiare prerogative e autentici diritti femminili, come si è visto in gare sportive e persino in incontri di pugilato; se procurato aborto chirurgico o chimico viene chiamato diritto e libertà.
Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano, insieme con Giovanbattista Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/

Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria. Ancona
Comitato ProLife Insieme

http://www.prolifeinsieme.it

https://portosangiorgiotoday.it/l/il-comitato-prolife-sulla-conferenza-a-rivafiorita-il-procurato-aborto-e-sempre-un-atto-di-violenza/