Puglia, sensibilizzare alla violenza sulle donne: ma l’embrione?

Egregio Direttore,
da cittadina pugliese, Le chiedo cortesemente ospitalità per una replica all’articolo https://www.corrierepl.it/2024/11/18/crita-oltre-le-parole-rossorame/
Encomiabile l’iniziativa di portare nelle scuole iniziative volte a sensibilizzare le nuove generazioni  al tema delle violenze sulle donne e alla discriminazione di genere.   La violenza  andrebbe condannata sempre, a qualsiasi livello ed in qualsiasi contesto a prescindere dall’identità delle persone coinvolte; dovremmo preoccuparci di sensibilizzare le nuove generazioni sulle violenze psicologiche e fisiche perpetrate sui bambini , nelle strutture di ricovero, nelle carceri , nei luoghi di lavoro, nelle scuole sulle minoranze etniche e religiose. Sono molteplici i modi e i contesti in cui viene esercitata la violenza.
L’uomo, a prescindere dall’identità di genere, è nato libero ed è proprio questa libertà che intendiamo e vogliamo difendere senza preclusioni e condizionamenti di tipo ideologico culturale e religioso.Il tentativo di appropriarsi di un sacrosanto diritto alla vita è legittimato solo per il fatto che  si è concretamente e realisticamente esistenti e nessuno ha il diritto di decidere chi può e chi non può occupare lo spazio della società.

Il diritto del bambino a vivere sin dal concepimento

Noi come movimento “Pro-life insieme” siamo contrari ad ogni forma di violenza e pertanto   difendiamo il diritto del bambino a vivere, sin dal suo concepimento. Difendiamo il diritto di ciascuno a voler vivere la propria vita liberamente secondo il principio dell’autodeterminazione e del rispetto della vita altrui.
La nostra società, paradossalmente, difende e protegge tutti gli esseri viventi, le piante e gli ecosistemi ma non fa nulla di concreto per difendere la vita umana, dal concepimento alla morte.
Quante vite tutti i giorni vengono buttate nella spazzatura? IVG, ISTAT e OPA:sigle diverse per sottolineare le cifre dell’abortoLe nostre città si stanno spopolando di bambini, arriveremo al punto zero delle nascite? qualcuno se lo sta chiedendo? Cosa siamo disposti a fare e a rinunciare del nostro tempo, della nostra ricchezza per investire risorse ed energie a sostegno della maternità? Fino ad oggi nulla è stato fatto, siamo all’anno zero.Sono fermamente convinta , per l’esperienza trentennale  maturata nei consultori familiari a fianco alle donne che ricorrono all’ivg , che nessuna donna libera vuole rinunciare  alla maternità, se lo fa è perchè è stata lasciata sola  dalla famiglia, dal partner, dalla società, deprivata di risorse ed alternative .
Tocca a noi tutti adoperarci in tal senso , a promuovere leggi a tutela e garanzia della maternità, a ricercare spazi, strategie ,tempi dedicati ad un aiuto concreto e condiviso.

Dott. Isabella Digiovanna
Psicologa
Castellaneta (Taranto)

https://www.corrierepl.it/2024/11/20/260835/