Egregio Direttore,le chiedo la possibilità di replicare all’ articolo “Educazione sessuale nelle scuole: consenso dei genitori obbligatorio,Parsi critica la scelta…” apparso nei giorni scorsi sul suo giornale.
Il Ministro Valditara ha presentato un provvedimento di legge che introduce l’ obbligo del consenso informato per i genitori su tutte le attività scolastiche legate alla sessualità.In base a questo, le famiglie dovranno ricevere informazioni sui soggetti esterni, materiali didattici e finalità dei percorsi progettati e dare il proprio consenso in forma scritta, almeno una settimana prima dell’ inizio del loro svolgimento.La dottoressa Parsi in una intervista a “La Stampa”, critica tale decisione sottolineando l’importanza dell’ educazione sessuale e sentimentale a scuola, che deve essere, anzi, obbligatoria come le altre materie, nonché alla portata di tutti ( non solo delle famiglie evolute) altrimenti ci sarebbe, a suo dire, un ritorno al medioevo.
Inoltre ogni scuola, dice ancora, dovrebbe dotarsi di un’ equipe socio- pedagogica per intercettare il malessere dei ragazzi.
Innanzitutto vorrei fare notare alla dottoressa che nella quasi totalità delle scuole, da più di un decennio, esistono degli sportelli con personale opportunamente formato in supporto di difficoltà dei ragazzi, insegnanti, famiglie.
In secondo luogo, ringrazio il provvedimento del Ministro che finalmente pone un’argine allo sconfinamento continuo e destabilizzante che si è verificato negli ultimi anni in Italia tra scuola e famiglia.
Da sempre, il ruolo delle famiglie è stato quello di procreare, allevare e proteggere, educando la prole al rispetto di sé e degli altri. Il compito della scuola era quello di istruire gli alunni sui vari ambiti del sapere.
L’educazione emotiva, di cui oggi tanto si parla, è stata per secoli deputata alle famiglie. Tant’è che comportamenti scorretti in ambito sociale venivano etichettati con il termine “Maleducazione”. I padri e le madri, almeno quelli coscienziosi, sapevano bene come formare i propri figli aiutandoli a diventare dei buoni ed onesti cittadini, allenandoli alla disciplina e alla fatica.E poi cos’è successo? Che le varie Scienze hanno cominciato a mettere in crisi tale sistema; le frustrazioni andavano evitate perché potevano creare dei traumi…Oggi che le famiglie sono in crisi nel loro ruolo educativo, si mettono in discussione persino gli aspetti più intimi e sacri del loro difficile compito, come l’ educazione sessuale, la quale non può prescindere dai principi culturali, etici, morali e spirituali di ognuna di esse!
Cara dottoressa, in base a ciò vorrei dirle che non esistono famiglie evolute od arretrate( al medioevo), smettiamola di usare luoghi comuni!
D’altro canto, la scuola, è evidente non può essere sovraccaricata di tutto ciò che non va nella società. Nelle nazioni europee del nord che lei menziona, le cose non vanno meglio solo perché hanno inserito da decenni l’ ora di educazione sessuale nei programmi scolastici. Risulta invece che c’è un alto tasso di suicidio tra i giovani, i quali forse non trovano più dei valori universali in cui credere ed edificare il proprio futuro.
Auspichiamo perciò una seria riflessione sulla proposta di legge e che sia l’ inizio del recupero della giusta direzione per la nostra civiltà.
Cordialmente.
Maria Cariati
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it