Pillola contraccettiva: i danni per la donna e per la società

https://cultweb.it/lifestyle/la-pillola-concezionale-compie-65-anni-come-ha-cambiato-la-societa-e-le-donne/

Egregio Direttore,
Leggo l’articolo sull’anniversario della pillola contraccettiva e vorrei offrire una prospettiva diversa dalla narrazione enfatica qui presentata.
Raccontata come l’artefice di una rivoluzione di liberazione della donna, sembra quasi che prima della pillola la donna fosse semplicemente una macchina di riproduzione e non esistesse come personalità individuale. Per raggiungere l’obiettivo di liberarsi la donna ha assunto il contraccettivo ormonale in un periodo nel quale gli studi, con tutta probabilità, non miravano a rilevare particolari effetti collaterali sulla sua salute. Anzi, considerato che si parla sempre di case farmaceutiche che notoriamente non hanno come obiettivo quello di fare beneficenza, non si volevano nemmeno prendere in considerazione gli eventuali rischi per la salute femminile. Tali rischi sono evidenziati molto bene nell’articolo che qui mi permetto di indicare, https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/pillola-anticoncezionale-cancro dell’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, che parla di studi su un ampio campione statisticamente significativo di donne alle quali è stato riscontrato un aumento del cancro al seno, alla cervice uterina, al fegato. Dati di assunzione della pillola, verificati dopo trent’anni di studi e di rilevazioni, hanno mostrato quindi un incremento del rischio oncologico, cardiovascolare e metabolico. Senz’altro quando negli anni ‘60 la pillola venne presentata nessuno, sottolineo nessuno, espose mai la possibilità che per la donna potessero derivare problemi legati alla sua salute fisica. Mi chiedo quindi come l’Organizzazione Mondiale della Sanità qui citata nell’articolo, possa parlare di un impatto significativo sulla salute della donna.
Altra questione:naturalmente noi donne non siamo costituite solo di corpo, abbiamo anche una mente e un’anima (come gli uomini d’altronde). Il fatto che si voglia pensare a un incremento dell’ingresso delle donne nel mondo lavorativo e universitario grazie alla pillola, significa creare un legame tra autonomia della donna dall’evento maternità e conseguente ascesa sociale della donna, come se ci fosse una frattura tra il corpo e la mente. Soprattutto come se fosse necessario liberarsi dall’ingombro dei figli per poter accedere a professioni maschili. L’impatto della donna sul mondo lavorativo, a mio avviso, invece, risulta potenziato e di maggiore influenza quando la donna è anche moglie e madre. Sono i dati che lo rilevano, l’affidabilità della figura femminile è riscontrabile ovunque.
Trovo molto interessante l’affermazione dell’articolo, e la considero anche profondamente vera, che l’introduzione della pillola abbia modificato il concetto di diritto: “dal 1971 però bisogna attendere fino al 1978 per l’introduzione della legge 194”, di interruzione volontaria di gravidanza. È veramente così: la rivoluzione contraccettiva ha comportato automaticamente la convinzione che il potere gravidico della donna possa essere cancellato per mezzo dell’aborto, con un passaggio mentale che porta la madre a ottenere quello “ius vitae necisque“ che al tempo dei pagani Latini spettava al padre, il diritto di sopprimere il figlio. Si può considerare progresso?
A mio avviso si tratta di un ritorno alla barbarie. La mentalità contraccettiva è alla base del numero degli aborti altissimo ormai nel mondo, e anche nel nostro paese, visto che parliamo di 65.631 aborti nel 2022, ultimo anno di rilevazione in nostro possesso. Alle I.V.G. effettuate in ospedale, farmacologiche o chirurgiche, vanno aggiunti gli aborti derivati dall’assunzione di pillole del giorno dopo e dei cinque giorni dopo, la vendita delle quali è aumentata in modo esponenziale con numeri da capogiro. Non si tiene mai conto, anche in questi casi, dell’impatto sulla salute fisica innanzitutto delle donne che assumono tutte queste pillole. E non si parla mai del dolore, del dramma di una donna lasciata sola di fronte all’evento gravidanza inattesa, che spesso esita in aborto, ma che un tempo era considerato la più bella occasione di sorriso che potesse capitare a una coppia. Possiamo quindi veramente parlare solo di vantaggi dall’introduzione della pillola contraccettiva?
Prima di spacciarla come una grande conquista, quando forse invece presenta anche dei lati oscuri, sarebbe il caso di fare una riflessione sui pro e sui contro. Per il bene di noi donne.

Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente del Comitato “ Pro-life insieme “

http://www.prolifeinsieme.it