Per prevenire l’aborto non bisogna usare la contraccezione

Si sente sempre dire che la contraccezione potrebbe evitare gli aborti volontari. Ma se si legge quanto riportato dall’autorevolissimo sito Guttmacher (1 ) si scopre che più della metà delle donne che ricorre all’aborto utilizzava un mezzo contraccettivo che non ha “ funzionato”. La convinzione quindi che la contraccezione prevenga l’aborto non ha fondamento, in realtà si tratta di un’idea vecchia e superata dai fatti, come dimostrano i dati ( e i numeri non mentono) ricavabili anche dal sito mondiale “ contraception atlas”: i Paesi in Europa con la diffusione più radicata di utilizzo dei mezzi contraccettivi sono anche quelli dove gli aborti volontari sono più numerosi. (2)

Inghilterra, Francia, Belgio ai primi posti per diffusione di contraccezione

In testa per diffusione di contraccezione, nel 2023, ci sono Inghilterra , Francia, Belgio ( e Lussemburgo); nel 2024 si osservano piccoli spostamenti tra i primi quattro Paesi, pur sempre  saldamente ai primi posti rispetto al resto dell’Europa . Nel Regno Unito e in Francia, tra l’altro, il finanziamento per la contraccezione è previsto con un livello di copertura  all’interno del servizio sanitario,  specialmente per i giovani fino a 25 anni,  così come anche per Belgio e Lussemburgo.

Francia, Inghilterra e Spagna in testa per numero di aborti

Eppure l’Inghilterra presenta tassi crescenti di aborti dal 2011 al 2021 , come si vede dal grafico riportato nell’articolo ufficiale (3) in numero di circa 215.000 .

Grafico aborto Inghilterra
In Francia gli aborti nel 2021 sono stati 223.282, in Spagna 90.189.  (In Belgio nel 2021, circa 16.700). Tutti i numeri sono in aumento rispetto agli anni precedenti.

Teniamo presente che i dati sono riferibili ai soli aborti certificati in ospedale, chirurgici e farmacologici con RU486,  ai quali vanno aggiunti quelli ipotizzabili dall’uso, in crescita esponenziale, di pillole del giorno dopo e dei cinque giorni dopo, dall’uso di spirale e di pillola contraccettiva, anch’essa con potenziali effetti abortivi precoci e misconosciuti.
Non sapremo mai a quanti bambini già concepiti viene negato di nascere!

Da questi semplici dati si potrebbe trarre un’indicazione ( meritevole di ulteriori approfondimenti): la diffusione della contraccezione non previene l’aborto volontario.

La contraccezione aumenta il ricorso all’aborto

Però, potremmo andare oltre con la nostra riflessione e affermare invece che gli aborti sono in numero maggiore dove la contraccezione è più diffusa, il che ci riporta all’ assunto di partenza: se si vogliono prevenire gli aborti non bisogna usare la contraccezione.
Si può cercare di spiegare questa apparente contraddizione.

E se non fosse la tecnica a permettere all’uomo e alla donna di progredire e scegliere, ma piuttosto la mente e il cuore?

La mente grazie alla conoscenza e il cuore grazie all’amore . Uno dei primi testi a proporre la riflessione sulla sessualità vissuta con la mente e con il cuore, e non solo con il corpo, incredibilmente, è un’enciclica, “ Humanae vitae” di Paolo VI, del 1968, dove si tratteggiano gli aspetti della bellezza dell’amore coniugale: umano, totale, fedele, fecondo. Sempre in questo testo, si presenta la proposta di vivere la sessualità con la regolazione naturale della fertilità, cioè con Metodo dell’ ovulazione Billings o Sintotermico, da 50 anni ormai diffusi in tutto il mondo e validati da studi scientifici imponenti.

Un altro documento, però, dove si sottolinea il nesso tra contraccezione e aborto è “Evangelium vitae” di Giovanni Paolo II, del 1995. Al cap.13 si dice che “…i disvalori insiti nella mentalità contraccettiva sono tali da rendere “ più forte la tentazione dell’aborto. Mentalità contraccettiva evidenziata in Humanae vitae al cap. 17 (4), dove si prospettano gli effetti morali, psicologici, sociali della diffusione dei mezzi contraccettivi.

Forse sarebbe il caso quindi di iniziare a riflettere sulle politiche di diffusione dei mezzi contraccettivi intesi come prevenzione dell’aborto procurato e ritornare a pensare alla persona come “ opus perfectissimum”, da guardarsi con rispetto per la sua complessità, non riducibile a tecniche per risolvere le problematiche legate alla vita.

La questione aborto riguarda solo i cattolici?

Assolutamente no, l’essere umano è persona dotata di corpo, mente, anima, indipendentemente dal fatto che si sia o non si sia credenti. Spesso la soluzione ai dubbi e alla solitudine di chi potrebbe scegliere l’aborto sta tutta in una mano accogliente. Ma per fare prevenzione le politiche assistenzialiste non bastano, serve invece  un’ educazione capillare, continua, volta a sensibilizzare al valore della vita, per cancellare la concezione, purtroppo radicata nella società, che l’aborto sia un diritto.

L’aborto deve diventare per tutti inconcepibile.

1) https://www.guttmacher.org/news-release/2018/about-half-us-abortion-patients-report-using-contraception-month-they-became

2) https://www.epfweb.org/sites/default/files/2023-02/Contraception_Policy_Atlas_Europe2023.pdf

3) https://www.gov.uk/government/statistics/abortion-statistics-for-england-and-wales-2021/abortion-statistics-england-and-wales-2021

4) https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_25071968_humanae-vitae.html

17. Gli uomini retti potranno ancora meglio convincersi della fondatezza della dottrina della chiesa in questo campo, se vorranno riflettere alle conseguenze dei metodi di regolazione artificiale delle nascite. Considerino, prima di tutto, quale via larga e facile aprirebbero così alla infedeltà coniugale ed all’abbassamento generale della moralità. Non ci vuole molta esperienza per conoscere la debolezza umana e per comprendere che gli uomini – i giovani specialmente, così vulnerabili su questo punto – hanno bisogno d’incoraggiamento a essere fedeli alla legge morale e non si deve loro offrire qualche facile mezzo per eluderne l’osservanza. Si può anche temere che l’uomo, abituandosi all’uso delle pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto della donna e, senza più curarsi del suo equilibrio fisico e psicologico, arrivi a considerarla come semplice strumento di godimento egoistico e non più come la sua compagna, rispettata e amata. Si rifletta anche all’arma pericolosa che si verrebbe a mettere così tra le mani di autorità pubbliche, incuranti delle esigenze morali. Chi potrà rimproverare a un governo di applicare alla soluzione dei problemi della collettività ciò che fosse riconosciuto lecito ai coniugi per la soluzione di un problema familiare? Chi impedirà ai governanti di favorire e persino di imporre ai loro popoli, ogni qualvolta lo ritenessero necessario, il metodo di contraccezione da essi giudicato più efficace? In tal modo gli uomini, volendo evitare le difficoltà individuali, familiari o sociali che s’incontrano nell’osservanza della legge divina, arriverebbero a lasciare in balia dell’intervento delle autorità pubbliche il settore più personale e più riservato della intimità coniugale. Pertanto, se non si vuole esporre all’arbitrio degli uomini la missione di generare la vita, si devono necessariamente riconoscere limiti invalicabili alla possibilità di dominio dell’uomo sul proprio corpo e sulle sue funzioni; limiti che a nessun uomo, sia privato, sia rivestito di autorità, è lecito infrangere. E tali limiti non possono essere determinati che dal rispetto dovuto all’integrità del corpo umano e delle sue funzioni naturali secondo i principi sopra ricordati e secondo la retta intelligenza del principio di totalità, illustrato dal nostro Predecessore Pio XII.

Prof. Vittoria Criscuolo

Vicepresidente del Comitato “ Pro-life insieme”

Presidente del Movimento per la Vita di Varese

Insegnante diplomata del Metodo Billings