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Il consigliere regionale di Parma di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi, con le sue considerazioni sugli effetti della RU 486, pillola che può essere assunta dalle donne che hanno intenzione di interrompere la gravidanza a domicilio, ha creato una sorta di “malessere” in Caterina Bonetti assessora delle Pari Opportunità dello stesso comune.
“Con la RU 486 si partorisce in bagno e poi si tira lo sciacquone”, sono state queste le parole contestate al consigliere nelle quali l’assessora alle pari opportunità ha letto una sorta di colpevolizzazione nei confronti delle donne che hanno deciso per l’ ivg chimica, assumendo quindi la ormai tristemente famosa pillola che permette di liberarsi del bambino concepito.
È partita quindi la solita tiritera dell’autodeterminazione, della libertà decisionale, del diritto all’aborto garantito dalla l 194, dei medici obiettori che non garantiscono ( per scelta legittima ) l’interruzione di gravidanza, per il disagio delle donne che devono percorrere la penisola per abortire (c’è gente che la percorre per esami diagnostici urgenti) e via così, con le solite motivazioni.
Non ne ha risparmiate Bonetti nemmeno a chi si batte affinché l’ ivg venga recepita per quello che realmente è, ossia l’uccisione di un bambino, la fine di quello che loro chiamano vilmente “grumo di cellule” pur sapendo, perché è la scienza che lo afferma, che non si tratta di “cellule senza vita” bensì di un essere umano in formazione e che quel “grumo” è VITA NASCENTE.
Certo è che chi difende la verità della vita, in una società che resiste sotto l’inganno dei lupi i quali invece difendono la morte, non ha vita facile.
Le parole del consigliere infatti denunciano una amara verità perché quello che succede dopo aver preso la RU 486 o mifepristone, non è altro che l’inibizione del progesterone, ormone necessario per il mantenimento della gravidanza.
L’assunzione di questo farmaco porta al distacco dell’embrione dall’utero e alla successiva espulsione.RU486,somministrazione a tappeto non in ospedale:un pericolo per la donna
La pillola abortiva può essere prescritta entro le 9 settimane di gestazione, alla fine quindi del periodo embrionale, periodo in cui l’ embrione passa ad essere feto. In questo momento, gli organi e le principali strutture corporee sono già formati ed ha inizio la fase di crescita e di sviluppo degli apparati.
Non ci sarebbe da meravigliarsi se, a questo punto, la donna, in preda agli spasmi uterini e all’abbondante emorragia provocata dall’utero stimolato ad espellere il proprio contenuto, vedesse cadere nel water quello che prima era custodito nel grembo: UN CORPO ABBOZZATO.
Per l’aborto chirurgico invece il tempo si protrae fino alla 12 settimana e quindi è evidente che, dato che parliamo ormai di feto, quello che il chirurgo fa con il bisturi è infierire sul corpo di un bambino che sta crescendo.
Io non riesco proprio a capire cosa “non si intenda” quando si afferma che l’ivg libera rappresenti per la donna una forma di rispetto indiscutibile.
Come possano queste persone giustificare la libertà di una donna o anche di un uomo ( a concepire non si è soli) di poter pensare che sia legittimo e normale mettere fine alla vita di un altro, in questo caso di un figlio, il che rende tutto più abominevole.
Quello che l’utero espelle per un aborto spontaneo o provocato durante i primi tre mesi di gravidanza è tessuto fetale che può essere visto come piccoli coaguli o frammenti più grandi, a seconda della fase della gestazione.
Questa materia è, in buona sostanza, quel che resta di un bambino a cui non è stata data, per scelta di un adulto, la possibilità di nascere.
Come possa questo non toccare le coscienze di chi ancora si ostina a difendere la libertà di una persona a discapito di quella di un’altra è drammaticamente un mistero.
Non è morale, anzi è inaccettabile. Questa, che alcuni chiamano libertà, fa del bambino vittima sacrificale e come possa essere approvato anzi, caldeggiato, da chi si spaccia per “difensore dei diritti soprattutto degli ultimi” rende il tutto drammaticamente grottesco .
Angela D’Alessandro
Comitato “Prolife insieme”
http://www.prolifeinsieme.it