Egregio Direttore,
in un momento così ” caldo” della difesa del diritto alla Vita, mi risolvo a scriverle in risposta all’articolo “Il Papa e i sicari”. ( https://www.estense.com/2024/1097507/il-papa-e-i-sicari/ )
L’ autrice afferma che non ci sono forme di rispetto o ragioni di separazioni di potere che le possano impedire di tacere su quello che ha recentemente dichiarato Papa Francesco:-Un aborto è un omicidio…i medici che si prestano a questo sono sicari…-
Nell’articolo, si citano la libertà e l’autodeterminazione delle donne, la laicità dello Stato e le leggi che vanno applicate, e nella fattispecie, la L.194/78 che avrebbe reso la nostra società, l’intera società, più civile con il diritto alla IVG. L’interruzione di gravidanza, a suo dire, sarebbe compromessa dall’obiezione dei medici che negli ospedali pubblici, purtroppo, conservano ancora un “briciolo” di coscienza, nonché dall’ ingresso nei consultori delle associazioni antiabortiste con “mandanti politici”.
Rimango sempre stupita davanti a discorsi che a sostegno della libertà e autodeterminazione delle donne incitano alla soppressione di un essere umano, il bambino.
Cosa vuol dire autodeterminazione?
Vuol dire libertà da sottomissione, schiavitù…E’ libera una donna che, assoggettandosi (consapevolmente o no) a chi vuol mercificare il suo corpo utilizzandolo contro la sua dignità,è costretta a ricorrere alla IVG mettendo a rischio la sua stessa vita?
Dalla rivoluzione sessuale in poi, con slogans come, ” Il corpo è mio e lo gestisco io”, le donne si sono lasciate strumentalizzare e ripiegare letteralmente su se stesse come se la facoltà di procreare non appartenesse loro, CONFONDENDOSI con il genere maschile ma, questa facoltà di generare la vita, fa parte del loro essere donne e non è libertà ignorarlo, subendone le conseguenze e facendole subire al concepito ( anche lui essere vivente) che diventa la seconda vittima di questo sopruso.
Finalmente qualcuno come il Pontefice si è deciso a dire la VERITA’! Sull’aborto noi stiamo con Papa Francesco
Infatti la L.194/78, il cui obiettivo dichiarato è “…la tutela sociale della maternità e la prevenzione dell’aborto…”, era nata a difesa della Vita (consiglio di andare a leggere il testo) e non per diventare una sentenza di morte su larga scala; col tempo la situazione è così peggiorata che la IVG viene utilizzata come un metodo anticoncezionale, tanto che c’è da chiedersi: è una società civile questa che assassina i suoi figli in modo barbaro?
Credo che in tutta la Storia non si trovi nulla di simile…
Concludendo, auspico una rivoluzione culturale, che parta da una riflessione profonda sul concetto di donna, nel “pieno senso del termine” che la liberi, finalmente, da simili condizionamenti ideologici e che, in piena armonia con la figura maschile, la porti a una ricostruzione di una società più umana, pertanto più giusta e rispettosa della vita di ognuno.
Cordiali saluti
Per Comitato “ Pro-life insieme “
Maria Cariati
Insegnante