Egregio Direttore,
Vorrei commentare l’articolo https://www.today.it/benessere/salute/start-up-promette-bambini-geneticamente-ottimizzati.html
Si dice che la nostra società occidentale sia inclusiva ma di fatto mira costantemente alla eliminazione del soggetto più fragile, iniziando ancor prima di nascere a colpire i bambini nel grembo materno.
Secondo il pensiero dominante, ogni essere umano non vale in quanto tale, ma viene considerato degno di vivere solo se è in grado di produrre, spendere o generare profitto.
Nel caso in cui un soggetto sia privo di questi tre elementi si può senza dubbio affermare che sia completamente inutile, uno scarto di cui liberarsi.
La legalizzazione dell’aborto ha portato con sé la diffusione di un pensiero freddo e distaccato nei confronti del piccolo embrione che vive nel grembo materno grazie ad un linguaggio volutamente distorto che sostituisce il feto vivente con il cosidetto ‘grumo di cellule’ descritto come inerme ed insensibile , evitando in ogni modo di mostrare il piccolo essere umano che già a poche settimane dal concepimento ha un cuore che batte ed è in grado di provare dolore.
È proprio attraverso il processo di disumanizzazione del soggetto che sarà possibile far accettare la sua eliminazione come una cosa normale, perfino un diritto senza provare – almeno per un po’ di tempo – nessuna vergogna.
La campagna pubblicitaria della società Nucleus Genomics mostrata pubblicamente in questi giorni nella metropolitana di New York ci offre un chiaro esempio dei frutti della disumanizzazione della categoria dei bimbi non-nati.
Link dove puoi vedere la pubblicità
https://www.instagram.com/reel/DRb1CitjgVY/
La società propone analisi genetiche sugli embrioni con screening per oltre 900 condizioni e valutazioni su tratti come QI, caratteristiche fisiche e aspetti di salute mentale.
Il messaggio utilizzato dall’azienda è chiaro:
“Have your best baby. The new way to bring your baby home” quindi potrai avere il tuo “miglior” bambino attraverso questo nuovo modo di portartelo a casa come in una busta per lo shopping. Ma che cosa si intende esattamente per ‘miglior bambino’?
La pubblicità ci mostra il volto di questi piccoli con accanto delle statistiche genetiche legate al quoziente intellettivo e all’altezza, praticamente si tratta di ordinare bambini a catalogo e di scartare tutti i ‘campioni’ non conformi agli standard richiesti dai genitori.
Come madre e membro del Comitato Prolife Insieme mi chiedo: ci può essere una cosa più triste ed al contempo squallida di questa?
Come abbiamo fatto noi genitori a diventare così spudoratamente egoisti da voler ‘costriure su misura’ il nostro stesso figlio?
Dove è finita la nostra umanità? Da genitori riconoscenti del dono della paternità e maternità ci siamo trasformati in ambiziosi acquirenti talmente difficili da soddisfare da permettere l’eliminazione di un numero indefinito di embrioni ‘sacrificabili’ per il perfezionamento della specie. Questa è la menzogna più vecchia del mondo, illuderci di poter essere creatori della vita.
Ma la vita non ci appartiene e non sta a noi decidere chi deve vivere e chi deve morire sulla base di canoni egoisti e del tutto soggettivi. Pensiamo forse che un ragazzo solo perché down non possa per esempio dare un meraviglioso contributo alla società nell’amore incondizionato che riesce a dare a tutte le persone che incontra? Allora non importa inventarsi il termine ‘diversamente abile’ per essere inclusivi come insegnano nell’ora di educazione civica nelle scuole, ma è indispensabile condannare chi propone l’aborto ai genitori che scoprono di aspettare un figlio down! Ma secondo voi un essere umano può essere considerato difettoso e quindi uno scarto da buttare perché ha un cromosoma in più?
È per il suo bene, ci dicono, ma la verità è che nessuno di noi è perfetto e neppure potrà mai diventarlo.
Ogni essere umano è chiamato a trovare se stesso proprio nel suo limite in un cammino di crescita che dura fino alla fine della propria esistenza.
La società ha il dovere di aiutare ogni individuo in questo cammino di accettazione e affermazione di sé non con un concetto di falsa inclusività ideologica basata su canoni di giustizia soggettivi legati alle mode del momento, ma facendo leva sulle radici più profonde della nostra umanità, ovvero con l’empatia, mettendosi in relazione con l’altro.
È solo riconoscendo nel bimbo non nato un essere umano che potremmo di nuovo provare compassione e amore per questa creatura difendendola da chi vuole trasformarla in merce per farci profitto.
Follia pura: mentre i cartelloni di Provita che difendono la Vita Nascente, proponendo aiuto a mamme e bambini, vengono sempre più spesso censurati dalle amministrazioni comunali in quanto vengono definiti ‘offensivi e violenti’, dall’altra parte ci troviamo di fronte a spot come quello di Nucleus Genomics dove i bambini vengono mostrati come merce a catalogo e queste immagini vengono promosse ovunque senza suscitare nessuno scandalo nella maggior parte delle persone che lo osservano.
Forse è proprio questo silenzio di fronte al male la cosa che più mi sconvolge di questa faccenda.
Il silenzio dei giusti fortifica i nemici di Dio, ma noi non resteremo in silenzio.
Nessun essere umano deve poter essere considerato una merce o un prodotto difettoso da scartare, perché la dignità che ogni individuo porta in sé ha un valore unico ed inestimabile, la nostra sfida è quella di creare una cultura della vita in grado di risvegliare le coscienze e ricominciare a difendere i nostri figli da chi li vuole trasformare in prodotti disumanizzati da commercializzare.
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Per Comitato Prolife Insieme
www.prolifeinsieme.it
