Mestre: il ricordo della scuola

Mestre, a Scuola solo 2 bambini italiani su 61 iscritti: scoppia la polemica – Newsroom Italia https://share.google/DLQDxyXfV19eUCdG8

Egregio Direttore,
le chiedo la possibilità di replicare all’articolo
“Mestre, a Scuola solo due bambini italiani su 61 iscritti: scoppia la polemica”.                                     Sta facendo molto discutere la notizia secondo cui, a Mestre nella scuola Primaria” Battisti” ci sarebbero solo due bambini italiani iscritti, scatenando polemiche nazionali sull’ integrazione scolastica e le politiche migratorie nel nostro Paese.
Ricordiamo che questa scuola è situata nelle vicinanze della stazione ferroviaria e da decenni si pone quale crocevia culturale caratterizzandosi come realtà ricettiva a livello migratorio, tanto da essere paragonata alla New York dove gli Italiani approdavano più di un secolo fa.

Vogliamo tralasciare le sterili polemiche di tipo politico sulla questione e la poca efficacia normativa in materia di integrazione scolastica, che pure si riscontra, considerando anche il concomitante fenomeno di White Flag, ovvero la tendenza delle famiglie autoctone ad abbandonare le scuole con elevata presenza di alunni stranieri con aumento di difficoltà di integrazione di questi ultimi in contesti scolastici, che diventano, così, dei veri e propri ghetti.
Andando oltre, come dicevamo, questi aspetti  che comunque richiedono una soluzione, una domanda dovrebbe suscitare preoccupazione destando delle serie riflessioni in tutti noi: dove sono i bambini italiani che una volta riempivano festosi, le classi di queste scuole di frontiera? Se negli anni 60, le nascite annuali corrispondevano a più di un milione e secondo l’ ISTAT, nel 2024 si sono registrati solo 370.000 nuovi nati, quanti bambini abbiamo perso nelle due ultime generazioni?
Nell’ultimo anno abbiamo sentito parlare di  progressiva chiusura di classi e sezioni scolastiche per il calo delle nascite nonostante il trend tra gli immigrati non sia così altrettanto negativo.
La colpa delle poche nascite, secondo la cronaca, sarebbe da imputare a vari fattori: il calo della fecondità, la precarietà del lavoro, il costo della crescita, la mancanza di asili nido e l’assenza di politiche di sostegno alla famiglia…
Si tace invece sulla causa primaria di tutto ciò: l’eliminazione di embrioni e feti mediante l ‘aborto.
Dall’arrivo della legge mortifera, la 194/78, sono circa 6 milioni i bambini che non hanno visto la luce e le conseguenze si stanno appena facendo sentire!
Nonostante ciò, la narrazione contemporanea non parla d’altro che del diritto della donna alla salute riproduttiva, ostacolata negli ospedali dalla superiorità dei medici obiettori rispetto a quelli abortisti; della diffusione dell’aborto farmacologico a domicilio, più  vantaggioso di quello chirurgico per la sanità pubblica e spacciando per tale, un simile orrore, anche per le donne (possibile ancora solo in due regioni); e ancora della rabbia delle femministe contro la loro possibilità di generare figli; del mondo occidentale che continua a mettere uomo e donna l’uno contro l’altro, per distruggerli definitivamente.
L’emancipazione femminile ha portato a tante conquiste, ma in cinquant’anni ha saputo produrre questi frutti.

Cordialmente.

Maria Cariati per il Comitato Prolife Insieme

http://www.prolifeinsieme.it