Marche, un assessore alla sanità ambiguo quanto la legge 194/78

Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente diritto di replica all’articolo
https://www.laprovinciadifermo.com/sanita-il-civico-calcinaro-ru486-usabile-in-ogni-ospedale-poi-apre-ai-pro-vita-nei-consultori-tutti-i-punti-di-vista/
Sanità, il ‘civico’ Calcinaro: “Ru486 usabile in ogni ospedale”. Poi apre ai pro vita: “Nei consultori tutti i punti di vista”

Giustissima  l’affermazione che nei consultori “siano rappresentati  tutti i punti di vista” conforme all’art.2 della 194/1978, ribadito nella Legge 19/2024 (emendamento n.44.028).
L’art.2 della 194/1978 stabilisce che i consultori familiari istituiti assistano la donna in gravidanza:
“a) informandola sui diritti a lei spettanti …; c) attuando direttamente o proponendo all’ente locale competente o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a); d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.”
Sarebbe interessante conoscere quante gravidanze siano state assistite e portate a compimento grazie ai consultori, e quanti aborti siano stati invece sbrigativamente certificati. Sarebbe utile e doverosa una indagine in tal senso.
Paolo Calcinaro quale assessore alla Sanità per la Regione Marche dovrebbe ben sapere che la 194/1978 ”Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” sarebbe intesa a tutelare la salute e la vita tanto del nascituro quanto della madre: art.1: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.” Non esiste quindi nessun “diritto sancito da una legge dello Stato” per un indiscriminato procurato aborto.
La prima preoccupazione di qualsiasi persona che si interessi all’ambito sanitario dovrebbe essere tutelare la salute, in questo caso la salute di ogni madre, che risulta sempre e comunque compromessa dal procurato aborto. Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano: insieme con Giovanbattista  Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978, ma riteneva più che necessaria la presenza dei CAV Centri di Aiuto alla Vita accanto ai reparti di ostetricia. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/
Inoltre l’uso della RU486 è gravato da pesanti effetti avversi per la madre abortente. Su 865.727 aborti provocati negli USA con la RU486 dal 2017 al 2023 il 10,93% delle donne ha subito eventi avversi gravi entro 45 giorni dall’aborto chimico, con un tasso reale di complicazioni gravi 22 volte più elevato rispetto a quello dichiarato dalla ditta produttrice Danco «inferiore allo 0,5%».
Più di una madre su dieci che abortisce con RU486  subisce serie complicazioni:  infezione (11.707 casi pari all’1,34%), sepsi (824 casi pari allo 0,10%), emorragia (28.658 casi pari al 3,31%), necessità di trasfusione (1.257 casi pari allo 0,15%), gravidanza ectopica (3.062 casi pari allo 0,35%), ricovero in ospedale correlato all’aborto (5.699 casi pari allo 0,66%), altre complicazioni peculiari dell’aborto non specificate (49.169 casi pari al 5,68%), eventi avversi cardiaci e polmonari, trombosi, anafilassi (reazione allergica grave) [Hall JB – Anderson RT, The abortion pill harms women: Insurance data reveals one in ten Patients experiences a serious adverse event. EPPC Ethic & Public Policy Center https://eppc.org/publication/stop-harming-women/ ]
La capacità di “giocare su due tavoli” non sembra espressione di civismo, bensì di una spaventosa ambiguità.

La Redazione del Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it