Egregio Direttore,
https://www.corriereadriatico.it/marche/aborto_inversione_di_rotta_marche_calcinaro_aderiremo_alle_linee_guida_statali_cancellato_saltamartini-9241911.html
LEGGO SULLA SUA E SU MOLTE TESTATE, non senza un grande senso di disagio, della leggerezza con cui viene trattato il tema dell’interruzione di gravidanza volontaria (ivg).
Un diritto sancito dalla legge 194 del ’78 che permette alle donne di liberarsi del figlio senza incorrere in sanzioni e facendolo in strutture dedicate (ospedali, cliniche) per evitare pericolose conseguenze.
C’è anche “l’importante inversione di rotta che consente alle donne di abortire chimicamente anche dopo la settima settimana di gestazione” (Corriere dell’Adriatico).
Infatti, oltre all’ivg chirurgica ora si può decidere di scegliere quella chimica attraverso l’assunzione delle varie pillole dei giorni dopo.
Tecnica questa fatta passare per meno invasiva del raschio della cavità uterina, eseguito con la curetta o con altri strumenti, previa sedazione.
IN REALTÀ GLI EFFETTI AVVERSI di queste due pratiche sono moltissimi: emorragie, sepsi, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei, parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, ansia, depressione, rimpianto, disturbo post traumatico da stress ecc.…
Sono tante le testimonianze di donne che a fatica si riprendono da una interruzione volontaria di gravidanza. Post Aborto – La Vigna di Rachele https://share.google/BkWRpWLPZoqLqsCFV
Nessuno parla mai del diritto alla vita del concepito il quale viene considerato “non vitale”.
Questa però è una storiella che ci raccontano e si raccontano tutti quelli che non hanno interesse a guardare in faccia la realtà.
Studi scientifici hanno validato inconfutabilmente che l’embrione è vita umana.
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Intorno alla quinta settimana di gestazione il battito cardiaco fetale si può rilevare con l’apparecchio ecografico anche se l’embrione è piccolissimo, misura circa 5 mm ma il suo cuore batte a 100-110 bpm.
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LA SCIENZA INOLTRE indica in modo evidente, attraverso lo studio del patrimonio genetico, che dal momento del concepimento inizia una nuova vita, la quale va tutelata giuridicamente perché il diritto alla vita è un diritto umano fondamentale.
Parlare di diritto di autodeterminazione da parte della donna quando decide di interrompere la gravidanza equivale a negare ad un’altra persona che non ha gli strumenti per difendersi, il diritto di vivere.
Non è raro anche sentire etichettare chi difende la vita nascente di oscurantismo, di fanatismo religioso ed altro ancora.
“Per ritenere l’aborto un omicidio non è necessario essere “fanatici religiosi”.
È sufficiente l’osservazione di un’ ecografia anche eseguita alle prime settimane. Quello che si vede è un bambino il cui cuore batte già dai primi giorni e se il battito cardiaco è rilevabile significa che c’è vita. L’aborto equivale ad un omicidio, non possiamo nasconderci dietro ad un dito e l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza”.https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/ (testimonianza di un abortista dott. Giorgio Pardi).
LA VITA NASCENTE viene ignorata, calpestata, fatta finire tra i rifiuti organici.
Vengono ostacolati tutti coloro che invece pensano che l’aborto sia un omicidio e lottano con tutte le loro forze contro questo tsunami, buttando scialuppe di salvataggio affinché milioni di bambini siano strappati alla morte.
Perché la vita è sacra e questa affermazione non ha necessariamente fondamenta religiose.
Sempre ed ovunque viene ribadita la sua sacralità.
Condannando la pena di morte, condannando chi uccide, condannando chi mette a rischio la vita di un altro ecc .
L’aborto viola questo principio di sacralità in quanto uccide un essere umano, lo estirpa vivo dalle viscere.
Mi chiedo come questo possa rappresentare un diritto.
È CRONACA di qualche tempo fa di una donna ( Alessia Pifferi) che ha lasciato morire di stenti la figlia di pochi anni a casa da sola per trascorrere una settimana con il fidanzato.
È stata condannata dalla legge!
Tutto giusto, eppure vicende come queste si ripetono ogni giorno tantissime volte nel nostro Paese, tutte le volte che una mamma decide di abortire.
L’atto è lo stesso anche se la percezione della gravità morale, per la collettività, cambia.
Il primo è considerato infanticidio il secondo autodeterminazione.
L’unica cosa che differenzia le due vite è il parto.
Prima di esso il piccolo si può eliminare senza problemi.
Anzi con una sorta di orgoglio da parte delle istituzioni le quali asseriscono “Ora chi va a Fermo sa che può accedere a questa pratica, ed è di straordinaria importanza”.(Corriere dell’Adriatico)
Resta però ancora da risolvere “il drammatico dato degli obiettori di coscienza” ( Corriere dell’Adriatico).
Lavorandoci bene però sono convinta riuscirete anche a vincere questa sfida portando a buon fine questa mattanza, questa carneficina con buona pace delle femministe e di coloro che ingannati vi ringrazieranno per aver contribuito ad eliminare una vita considerata inutile.
Angela D’Alessandro
Prolife insieme
www.prolifeinsieme.it
