https://www.luccagiovane.it/facciamo-da-noi-festival-sullaborto-a-pisa/
https://www.dinamopress.it/news/aborto-autogestione-e-il-festival-di-obiezione-respinta/
Replica a Luccagiovane.it
*Facciamo da noi – festival sull’aborto a Pisa*
Che splendida iniziativa un Festival sull’aborto!
Devo dire che la mia regione, la Toscana è ultimamente sempre in prima linea per progetti di alto spessore intellettuale ed etico-morale e certo non poteva mancare il FESTIVAL SULL’ABORTO: una vera e propria botta di vita, c’è proprio da esserne fieri…
Sarà come andare all’Euroflora, al Salone Nautico, al Vinitaly, solo che invece di salvaguardare rare e antiche piante, ammirare lussuosi yachts o degustare calici di vino pregiato, cito ” ci auto-esploreremo e svilupperemo approcci fai-da-te e femministi per hackerare le tecnologie intime e riproduttive” …”dai biosensori per i fluidi corporei, ai lubrificanti fatti in casa, ai test di gravidanza e del microbiota vaginale”: tutto chiaro no?
Dopo aver più volte riletto il programma di questo festival, purtroppo senza comprenderne appieno il significato, mi sono imbattuta in fondo all’articolo nella definizione di “persone FLINTA (Female, Lesbian, Intersex, Trans and Agender)”: ma quanti acronimi dovranno ancora inventare nel tentativo vano di riempire quel vuoto esistenziale che c’è in ciascuno di noi – non solo nei “flinta”…?
La realtà è che non esiste un acronimo in grado di comprendere la complessità di ogni singolo individuo e sicuramente è del tutto inutile se non addirittura dannoso ridurre tutto solo al sesso.
L’identità sessuale che può essere maschile o femminile, è semplicemente un dato di fatto, si tratta di una informazione presente fin dal principio nel nostro DNA insieme a tantissime altre caratteristiche che fanno di noi individui unici e irripetibili: guai a chi vuole farci credere che non siamo dei miracoli o che siamo nati in corpi sbagliati!
Nella fase di crescita che tutti noi, che non siamo più ragazzini, abbiamo passato, è normale attraversare un momento nel quale si ha l’esigenza di definirsi altro da sé. Ma questo non significa che dobbiamo cambiare sesso! Invece oggi si tende attraverso una psicoanalisi ideologizzata a medicalizzare ciò che in realtà non è patologico bensì semplicemente parte del nostro sviluppo.
La medicalizzazione precoce e forzata di normalissimi problemi pre-adolescenziali, porta un grandissimo business per cliniche e case farmaceutiche, con effetti collaterali anche molto gravi nei giovani pazienti che nonostante fossero sani come pesci, a causa di terapie ormonali e/o chirurgiche si troveranno ad essere dipendenti dalle medicine a vita.
Noi di “Prolife Insieme” e tantissime altre associazioni ci spendiamo ogni giorno per poter liberare i giovani da questa trappola infernale, che sfrutta la loro “depressione adolescenziale” per farne dei malati perenni. Invece di ascoltare le vere ragioni della loro tristezza, i nostri ragazzi vengono bombardati di informazioni confuse e spesso contraddittorie che li stordiscono placando così solo temporaneamente il dolore di quel vuoto.
Ma come è possibile colmare il vuoto esistenziale? Il processo naturale di sviluppo ci spinge verso il “fuori” ed è proprio lì che troviamo noi stessi. Infatti mentre ci prendiamo cura di chi ci sta intorno, usciamo da noi stessi e costruiamo la nostra identità. E più costruiamo rapporti profondi anche nelle difficoltà più capiremo di aver trovato finalmente noi stessi.
Come comitato “Prolife Insieme” la nostra proposta è trasformare la cultura di morte, basata su presunti diritti riproduttivi e tecniche fai da te per sopprimere la vita, che ci fanno chiudere in noi stessi prigionieri del nostro egoismo, in una cultura della VITA.
Desideriamo porre al centro delle scelte il vero bene della donna, non ci importa delle etichette, degli acronimi né tanto meno di finte categorie, perché ciò che ci sta davvero a cuore è che tutte le donne abbiano sempre la possibilità di scegliere la vita.
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it