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La Legge 194 / 78 all’ Art. 1 definisce che:” Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternita’ e tutela la vita umana dal suo inizio.”
In queste parole chiare ed inequivocabili, è descritto quale dovrebbe essere l’impatto alla IVG.
Lo stato ha il dovere di difendere la maternità in quanto ne riconosce il valore sociale ed etico e quindi tutela la vita umana dal suo inizio.
Il concepimento, ossia l’unione tra ovulo e spermatozoo dà inizio alla vita. A questo punto, attraverso una serie di trasformazioni cellulari, l’embrione prende forma e già al diciottesimo giorno di gestazione ha un cuore pulsante ed un sistema cardiocircolatorio funzionante che permetterà agli organi abbozzati di crescere.
Si parla quindi di vita a tutti gli effetti che lo stato ha il dovere di difendere non solo in quanto ha valenza sociale ma anche perché è una vita indifesa.
Nella fase iniziale di sviluppo il feto è infatti vulnerabile e senza strumenti per difendersi.
La sua vita è nelle mani di altri in primis della madre.
Una donna quando decide di interrompere una gravidanza dovrebbe avere ben chiaro il concetto che sta decidendo per un altro.
Molte donne si sentono defraudate del diritto di abortire come se si parlasse solo della loro vita senza tenere minimamente conto che le vite in questione sono due. Per quanto la si rigiri la sostanza non cambia e molto spesso accade che la donna ne prenda la dolorosa coscienza a fatto avvenuto.
Tante sono le testimonianze di madri mancate che vivono sommerse dai sensi di colpa e tanta è la letteratura che lo racconta.
“Una chat per la vita” è un libro che descrive cinquanta storie di speranza. Attraverso le parole di due volontarie del movimento per la vita di Varese, Vittoria Criscuolo e Susanna Primavera, si intrecciano le esperienze di donne, di uomini di giovani spesso spaventati da un evento inaspettato.
Persone che cercano consiglio, conforto, consolazione, aiuto e lo chiedono attraverso il sito del movimento per la vita.
Voci che sussurrano il loro disagio affidandolo ad una tastiera certe che qualcuno lo leggerà e sarà pronto a tendere una mano.
È questo il lavoro dei volontari per la vita ossia garantire che c’è una soluzione per impedire che il dolore diventi una voragine.
Purtroppo questo tentativo di soccorso viene non solo ostacolato ma fatto vivere come un impedimento alla volontà e al diritto delle donne di abortire. L’ associazione internazionale Medici nel mondo, rete volta a garantire l’ accesso alla salute
parla dell’ivg come di una corsa ad ostacoli in cui donne che decidono di ricorrervi vengono maltrattate da personale sanitario evidentemente obiettore di coscienza. Alcuni professionisti si rivolgerebbero a loro con frasi infelici e offensive, le obbligherebbero ad ascoltare il battito cardiaco del feto e continuano con altre bugie di questo tipo.
Se fossi un operatore sanitario mi sentirei profondamente offesa da tali affermazioni in quanto violano i principi morali e i comportamenti che guidano il professionista nell’esercizio della sua attività mettendone in dubbio la serietà professionale.
Mi chiedo se questi sostenitori del diritto all’aborto abbiano chiara la ricaduta che questa scelta avrà poi sulla donna.
Sarebbe interessante sapere se le donne vengono informate delle conseguenze sulla loro salute che l’ aborto anche chimico comporta. Quest’ultimo non è privo infatti di effetti collaterali talvolta anche gravi. Sempre l’ associazione internazionale Medici nel mondo parla dell’Italia come di un Paese retrogrado in questo senso nella somministrazione cioè della pillola abortiva dove in altri Paesi è garantita mentre in Italia è considerata pericolosa e difficile da trovare. e definisce “drammatiche le politiche di deterrenza che minacciano l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza” .
Medici che dovrebbero difendere la vita, soprattutto la vita nascente in quanto più vulnerabile che si esprimono in questi termini mi fanno pensare che non si riconosca il più piccolo come creatura da difendere e si remi sempre più verso una politica dello scarto.
E se questa è la volontà di chi avrebbe giurato di mettere la vita al primo posto beh, allora sì, mi viene spontaneo dire che…ci meritiamo l’estinzione!
Angela D’Alessandro
Prolife insieme
http://www.prolifeinsieme.it