https://www.skuola.net/school-love/durex-pride-roma-milano.html
Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente leggendo l’impegno in prima linea della famosa azienda di preservativi al servizio dell’ inclusività.
Come lasciarsi sfuggire l’occasione di saltare sul popolare carrozzone arcobaleno?
Durex Italia sostiene con fermezza le comunità LGBTQIA+..acronimo che solo per decifrarlo bisogna fare un corso.
Perché ormai non ci sono solo omosessuali, lesbiche, transessuali.
Ma ci siamo arricchiti di queer che dovrebbe stare per “bizzarro” e il simbolo + che indica tutte le altre identità di genere non normate dall’eterogeneità.
In sintesi l’acronimo LGBTQ+ è un’etichetta che rappresenta una moltitudine di orientamenti, di identità e di esperienze che ha l’obiettivo di promuovere l’inclusione di chi non si identifica con il modello eterosessuale.
Durex poi non si lascia sfuggire l’occasione per mettere il becco anche nel “pianeta scuola” per sostenere l’educazione sessuale e renderla così materia curricolare, senza freni naturalmente e senza avere il consenso informato delle famiglie.
Forse l’azienda ha bisogno di visibilità per poter aumentare le vendite e quale manovra marketing è migliore di questa camuffata dal “nobile gesto” dell’inclusione?
La l. 194 ha probabilmente danneggiato l’azienda in quanto, ormai si sa, liberarsi di una gravidanza non voluta è diventata routine, un intervento abitudinario pari alla rimozione di una verruca.
Si prende l’appuntamento con il chirurgo se non si opta per l’interruzione chimica, si fa lo svuotamento dell’utero senza pensare che si sta uccidendo un bambino e poi via, a casa!
Noi di “Prolife insieme” sappiamo che non è così. Sappiamo che questa scelta, apparentemente fatta con leggerezza e appoggiata con superficialità dalle aziende sanitarie e dalla società, lascerà una ferita nell’anima della donna.
http://www.vignadirachele.org/esperienze/esperienze.html.
Si sta scambiando il benessere sessuale inclusivo con nefandezze, oscenità che nulla hanno a che vedere con una sana vita sessuale. Su quei carrozzoni si vede di tutto e sono sicura che nemmeno persone con orientamento omo si sentano ben rappresentate da questo spettacolo vergognoso.
Sono convinta che, chi sta nella “Stanza dei bottoni” della Durex, a tutto pensasse tranne che al benessere delle persone.
Questo trasgredire uscendo da una normalità dettata dalle leggi della natura non è sinonimo di libertà.
Elevare poi tutto all’ennesima potenza accresce solo la confusione e genera insoddisfazione che, talvolta, potrebbe trasformarsi in Violenza verso sé stessi e gli altri.
Questo carrozzone che sta entrando a gamba tesa nelle teste della gente è riuscito ad ideologizzare le masse e la Durex ha “annusato” l’affare…trasformandosi in fatina buona, offrendo però la mela avvelenata.
Angela D’Alessandro
Comitato “Prolife insieme”