Ogni volta che mi imbatto in qualche iniziativa dell’associazione Luca Coscioni ho una sensazione di frustrazione.
Adesso viene proposta la raccolta firme contro la legge 40 legge che esclude le donne single e le donne omosessuali dalla fecondazione assistita. Secondo l’associazione
è un diritto per una donna, anche senza partner, diventare mamma.
È un diritto per una coppia di donne lesbiche diventare genitori.
Questa categoria di persone viene discriminata da una legge che impedisce loro di realizzare un sogno obbligando
queste coppie o single ad andare all’ estero in Paesi dove questo “mercato” è concesso.
Perché di mercato si tratta. Una compravendita di materia prima in nome del diritto di avere un figlio. In tutto questo parlare di diritti l’unico a non avere diritti è il concepito, il quale può essere soppresso se per la coppia o per il singolo non è quello il momento ideale per avere un figlio.
Di rimando, se la coppia omo o il single sente forte il desiderio di maternità, si può pensare di raggiungerla a qualunque costo.
Senza tenere in minima considerazione che in gioco c’è la vita di un bambino.
Si parla solo di diritti ma come la mettiamo con i diritti calpestati?
Mi pare che si perda di vista il buon senso in nome di un’ autodeterminazione egoista.
L’ egocentrismo davanti a tutto.
Bisogna soddisfare desideri romantici di maternità senza tenere presente che l’ essere madre o padre non è un diritto, ma è una responsabilità nei confronti di un bambino, che in questo caso è l’unico portatore di diritti, primo fra tutti quello di poter nascere non per soddisfare “desideri ancestrali” ma per avere il proprio spazio nel mondo.
Angela D’ Alessandro
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it