Legge 194/78: chi la conosce davvero?

Egregio Direttore,
Scrivo in merito all’articolo https://www.lamescolanza.com/2025/12/10/torino-la-rete-femminista-piu-di-194-voci-deposita-un-esposto-contro-il-fondo-vita-nascente-per-risorse-pubbliche-a-organizzazioni-antiabortiste/
La Legge 194 del 1978 stabilisce le “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”.
Link della legge completa in tutti i suoi articoli:
https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1978-05-22;194
In questa legge è centrale il concetto di “offrire aiuto” per sostenere la donna in difficoltà e per prevenire, ove possibile, il ricorso all’aborto attraverso l’introduzione di misure socio-sanitarie.
La legge 194 prevede che questo aiuto sia fornito attraverso consultori familiari e che lo Stato, le regioni e gli enti locali siano tenuti a offrire tale supporto socio-sanitario promuovendo iniziative volte al fine di evitare che l’aborto sia utilizzato come unico mezzo di limitazione delle nascite.
Dopo questa doverosa premessa, oggi purtroppo ci troviamo sempre più frequentemente di fronte a proposte in contrasto con questa legge quali quella della rete femminista più di 194 voci che ha depositato un esposto contro il fondo Vita Nascente a Torino, fondo completamente in conformità con quanto previsto dalla 194.
Quindi è il caso di chiedersi se questa proposta,  gli attivisti e gli esponenti politici che la appoggiano non debbano essere considerati dei veri e propri ‘fuori legge’.
D’altronde non possiamo del tutto biasimarli perché quando una legge apre la strada alla possibilità di eliminare una vita umana, seppur mettendo argini e paletti, questi saranno nel tempo scardinati e schiacciati da coloro che vorranno in nome di una libertà autoreferenziale e priva di morale esercitare indiscriminatamente l’aborto, che da caso estremo si trasforma in un diritto da osannare.
Ecco come il male, inizialmente travestito da bene, ci rende schiavi del nostro egoismo.
Questi movimenti appoggiati da sedicenti partiti politici agiscono infatti contro la stessa legge 194/1978, quasi volendola superare, non solo ponendosi automaticamente in una posizione illecita ma ancor più gravemente spingendo attraverso una sfacciata propaganda abortista molte donne a DOVER OBBLIGATORIAMENTE ABORTIRE, poiché private di ogni altra alternativa.
Che strano concetto di libertà è quello del popolo delle femministe che con queste iniziative mostra il suo vero volto simile a quello di una dittatura più rossa che rosa lontana dal concetto base di democrazia .
Molti di questi esponenti politici infatti fanno parte di movimenti che si dichiarano femministi ma nella pratica agiscono contro il più nobile interesse della donna ovvero quello di esercitare una libera scelta che – per essere tale – necessita quantomeno di una alternativa.
Tale alternativa però viene sistematicamente negata da tutti i movimenti abortisti, dalle lobbies arcobaleno passando per una certa sinistra per arrivare alle élites di intellettuali, scrittrici, giornaliste e attiviste sempre pronte a puntare il dito contro chi vuole semplicemente difendere la vita di tutti.
Qualsiasi alternativa all’aborto, Fondo per la Vita Nascente, Centri Aiuto alla Vita, Culle per la Vita, tutti questi progetti  devono essere in ogni modo ostacolati da una certa classe politica che offuscata dall’ideologia ha tradito il suo stesso mandato ovvero quello di difendere la dignità di ogni individuo.
Ma approposito di tradimento, sapete chi ha promosso in prima linea l’esposto presentato alla Procura della Corte dei conti del Piemonte dalla rete femminista “Più di 194 Voci” lo scorso 9 dicembre sulla gestione del Fondo Vita Nascente? …La CGIL di Torino e del Piemonte.
Ecco come agiscono alcuni sindacati che solo per avere qualche tessera in più, sventolano come banderuole al vento delle ideologie, tradendo in questo caso il loro principale mandato verso le lavoratrici ovvero garantire che donne in stato di gravidanza non possano essere licenziate anche in caso di contratti a tempo determinato, stage o lavoro interinale cosa che oggi rappresenta spesso una ‘tacita’ minaccia da parte dei datori di lavoro poiché gli stessi sindacati promuovono l’aborto sistematicamente invece di aiutare le giovani ad avere i mezzi economici per costruirsi una famiglia.
Con che faccia poi nelle convention aziendali gli stessi sindacati ci mostrano in modo patetico i dati sulla denatalità cercando i colpevoli in qualche ipotetico di errore nelle manovre di bilancio?
La moderna CGIL in modo particolare sembra si “diverta” a sgretolare i sani principi per i quali i suoi fondatori avevano portato avanti grandi battaglie nel recente passato. Quale grande fallimento rappresentano, possibile che non se ne rendano conto?
Ma purtroppo è così, quando si diventa schiavi di una ideologia, si perde completamente la lucidità nel ragionamento.
Oggi infatti si parla tanto di pari opportunità per le donne, anche con ridicoli  cartelloni che spesso riportano messaggi ambigui e confusi, ma se quella stessa donna è incinta in tal caso non merita più alcuna opportunità, solo una unica scelta di morte per il suo bambino.
Parlando di amministrazioni comunali che sposano ideologie, un esempio concreto della mia città, in questi giorni davanti alla chiesa principale del paese che si trova di fronte alla piazza del Comune vi è una enorme stella cometa e un Presepio in cartone.
Indovinate l’amministrazione comunale cosa ha pensato di mettere esposto proprio in quella piazza?
Un enorme cartellone con tanti volti di donna con scritto “Sorelle, noi vi crediamo”.
Ecco vi confesso che ho dovuto faticare a capire il senso di questo messaggio, e forse ancora adesso non so se sia giusta la mia interpretazione.
Immagino si riferisca alle donne vittime di violenza alle quali naturalmente va tutta la solidarietà anche del nostro Comitato Prolife Insieme.
Ma possiamo parlare di un “credere indistintamente a tutte le sorelle” senza verificare i fatti, poiché – solo in quanto donne -sono per forza loro ad essere le vittime? Questa narrazione mi sembra trasformi le donne in ‘strani fenomeni da idolatrare’ più che in persone da accogliere e aiutare.
Non parliamo poi della incongruenza di tale cartellone con l’ambiente avvolto nel clima natalizio che rappresenta la festa di Gesù e quella di ogni Vita Nascente. Trovo pertanto fuori luogo esporre un cartellone che punta l’attenzione sulle donne, quasi fossero tutte ‘prime donne’ che non vogliono perdere il centro della scena.
Pur essendo donna, non mi riconosco in questo femminismo che vuole imporre con arroganza la donna per forza al primo posto.
Sarà che amo molto la Madonna ed ammiro le donne che sanno fare un passo indietro per sostenere qualcosa di importante, nel suo caso il Suo Figlio Gesù.
Maria ha molto da insegnare a tutte noi, donne frenetiche ed individualiste del nostro tempo.
Mi auguro che sempre più donne si aprano alla conoscenza di Maria e si innamorino del Suo grande Cuore di Madre e tornino così ad amare e difendere la Vita Nascente.

Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Per Comitato Prolife Insieme
www.prolifeinsieme.it