L’educazione sessuale maschile è un discorso da maschi
Direi che, esattamente al contrario di quanto viene riportato, molti giovani risultano oggi smidollati ed incapaci di autocontrollo proprio perché non vengono mai sollecitati ad assumersi le responsabilità dell’uomo adulto, ed invece in ogni occasione vengono accontentati (tutto al pari della bocca) e giustificati (tipica la solidarietà malata di genitori che vanno ad aggredire insegnanti “colpevoli” di aver dato un brutto voto o di aver redarguito il “cocco di casa”). Certamente giovani di questo tipo possono poi attuare comportamenti violenti ed incanalare affetto esclusivo verso una ragazza. D’altro lato sarebbe necessario esaminare anche le modalità di comportamento delle ragazze, spesso troppo disinvolte nel loro approccio con i giovani.
E’ apodittico affermare «L’educazione sessuale viene demonizzata, considerata erroneamente una minaccia all’innocenza dei bambini. Eppure è proprio l’Organizzazione mondiale della sanità a raccomandarne l’introduzione già nei primi anni di vita.»
“La sessualizzazione si verifica quando il valore di una persona deriva solo dal suo fascino o dal comportamento sessuale, con l’esclusione di altre caratteristiche, e quando una persona è sessualmente oggettivata, ad esempio, trasformata in una cosa per l’uso sessuale di un altro.
L’imposizione inappropriata della sessualità è particolarmente rilevante per i bambini. Chiunque (ragazze, ragazzi, uomini, donne) può essere sessualizzato.” Questa definizione dell’American Psychological Association (1) mi sembra inquadri perfettamente la volontà insita ed occulta in questi programmi di “educazione sessuale”, di cui occorre verificare l’efficacia come per ogni intervento di sanità pubblica.
I programmi di “educazione sessuale” scolastica, avviati fin dagli anni Cinquanta del XX secolo presso Stati come Svezia, Regno Unito, Francia, hanno fallito negli scopi dichiarati di evitare comportamenti asociali, gravidanze indesiderate, procurato aborto, malattie infettive sessualmente trasmesse: tale fallimento è noto da tempo immemorabile, ma viene opportunamente occultato. I programmi vengono invece accreditati spesso col solo intento di veicolare contenuti ideologici sulla contraccezione, sull’aborto, sull’omosessualità, sulla transessualità, sul nomadismo sessuale. In Svezia programmi di educazione sessuale scolastica sono stati imposti (sottolineo: imposti, il contrario della decantata democrazie) fin dal 1952: risulta forse che la Svezia abbia poi ottenuto gli idilliaci risultati derivanti dall’«iniziare presto»?. In Francia, altra patria dell’educazione sessuale scolastica, il procurato aborto è libero da 50 anni con questi brillanti risultati: 223.300 aborti nel 2021; 234.300 nel 2022; 243.623 nel 202; con un tasso di abortività di 16,8/mille donne in età fertile (nella diseducata Italia il tasso di abortività, anch’esso drammatico, è però meno di un terzo: 5,4/mille donne in età fertile).
Nella realtà i programmi di “educazione sessuale” espongono i bambini a sessualizzazione precoce, li inducono ad interessarsi alla pornografia, alla quale purtroppo internet offre facile accesso con conseguenze perniciose a qualsiasi età. Pornografia, prostituzione, droga sono poi strettamente collegate: il mercato della pornografia attira e sfrutta, con enormi introiti, giovani uomini e giovani donne che si prostituiscono, anche per accedere alla droga: tanti di questi infelici chiudono la loro triste esistenza col suicidio.
Si fa pubblicità alla doppia contraccezione: la femminuccia deve assumere la pillola anticoncezionale e pretendere che il ragazzo usi il preservativo. Non soltanto si riduce la cosiddetta educazione sessuale non alla costruzione responsabile di rapporti rispettosi di sé e dell’altra persona, bensì alla disinvolta fruizione di rapporti sessuali anche in età precoci o precocissime, cosicché più facilmente si verificano nell’animo degli adolescenti sentimenti di insufficienza e di disorientamento, si spingono cioè questi adolescenti verso la disforia di genere.
Si aggiunga che i profilattici o almeno numerosi di essi risultano permeabili ai virus, cosicché non costituiscono reale protezione rispetto a malattie virali sessualmente trasmesse, AIDS compreso, neppure quando siano perfettamente integri. La somministrazione di ormoni contenuti negli anticoncezionali femminili è tutt’altro che scevra di rischi, in primis quelli cardiovascolari, e può anche interferire con il normale sviluppo puberale.
Ciliegina sulla torta della cosiddetta educazione sessuale è il rilievo statistico che i paesi dove essa è stata ampiamente diffusa attraverso i programmi scolastici, da anni registrano incremento, e non certo riduzione, di malattie sessualmente trasmesse, di gravidanze indesiderate, di procurato aborto in giovanissime, di stupri, di violenze sessuali.
E’ il cosiddetto Paradosso Nordico: la Svezia detiene il primato assoluto per femminicidi, per stupri, ed è anche il paese in cui almeno il 30% delle donne lamenta violenze domestiche. Questi dati poissono essere ottenuti on-line anche da siti femministi come Cosmopolitan. I tassi di violenza sulle donne più alti si riscontrino nei Paesi (considerati) cosiddetti più sviluppati, come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Olanda, con punte inquietanti negli ultra-moderni, ultra-civili Stati del Nord: Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca. In Italia in base ai dati 2021 il primato delle violenze sessuali spetta alla avanzatissima Emilia Romagna. (2) (3) (4)
Se proprio oggi si assiste all’incremento di varie forme di violenza (dalla predazione sessuale sui minori alla violenza sessuale sino allo stupro, dal bullismo al cyberbullismo, dal mobbing alla induzione al suicidio), la conseguenza logica è che la violenza deriva ed è incentivata proprio dal venir meno da quei sani modelli di relazioni familiari, che costituivano la normale educazione in una società ben ordinata e responsabile, che non sentiva e non aveva nessuna necessità di corsi specifici e di psicologi.
Forse Nada El Khatta, quando parla di “visione del maschio alpha”, fa però riferimento all’ambito mentale di gran parte del mondo islamico, e quindi di non pochi giovani migranti di tale matrice di prima e di seconda generazione. Ogni giorno si leggono, purtroppo, violenze perpetrate da una nuova categoria di teppisti denominati maranza. Si sono viste le donne velate e relegate dietro un telone durante l’ashura dei musulmani sciiti il 7 luglio a Milano; quotidianamente si incontrano donne e ragazze islamiche costrette a mantenere capo e collo coperti anche in estate, o addirittura a camminare per strada con chador e con burqa (illegale poiché impedisce di vedere il volto)
E a maggior ragione ci attenderemmo che Nada El Khatta ed esponenti della fondazione Cecchettin esprimessero indignazione per le donne stuprate o molestate al capodanno a Milano ed al concertone di Roma da islamici, singolarmente o con lo schema articolato della taharrush gamea: il gruppo degli stupratori circonda ed isola la vittima. Ma anche questi casi, a quanto risulta, dai sopra citati e dalle femministe si ode un silenzio di tomba.
Sarebbe anche interessante sapere che cosa definisca scientificamente accreditato “Lorenzo Gasparrini, membro del comitato scientifico della Fondazione Giulia Cecchettin”; quali sarebbero ”le dinamiche discriminatorie veicolate dal linguaggio” smascherate da Vera Gheno: si fa forse riferimento alla teoria gender?
La teoria gender non si basa su conoscenze di fisiologia medica, bensì è stata inventata inseguendo presupposti filosofici da Judith Butler, statunitense (nata nel 1956), laureata in filosofia, docente di retorica e letterature comparate presso l’Università di Berkeley in California, la quale “si è posta al centro del dibattito post-strutturalista; nel 1990 ha pubblicato Gender trouble (Inquietudine ovvero Disturbo del genere sessuale) in cui ha messo in discussione la naturalità dell’identità di genere, affermandosi come una delle maggiori esponenti della teoria queer.” Come si vede la Butler non ha alcuna preparazione biomedica, e neppure buon senso comune.
Ovviamente l’ideologia gender prescinde totalmente da ogni evidenza e da ogni realtà biologica, che sottende alle scelte operate nei vari tipi di società in ordine all’educazione ed all’inserimento sociale dei due sessi naturali maschi e femmine. La natura binaria dei sessi, maschile oppure femminile, non avrebbe bisogno di essere dimostrata, non è parte di una ideologia o della sola cultura cattolica, bensì è attestata dall’’American College of Pediatricians (Gender ideology harms children L’ideologia gender danneggia i bambini https://www.acpeds.org/the-college-speaks/position-statements/gender-ideology-harms-children) e da femministe come Germaine Greer e Marguerite Stern, dal biologo ateo Richard Dawkins.
“La cultura si trasferisce attraverso la famiglia, non attraverso le istituzioni scolastiche. Questo nostro mondo è un immenso panorama di futilità e di anarchia.” scrisse Thomas Stearns Eliot
Un ultimo quesito: Chi paga i costi di questi incontri “Spazio Lampo”? I contribuenti Bresciani ed Italiani?
Dott. Luciano Leone
Medico Chirurgo, specialista in Pediatria
Comitato ProLife Insieme
www.prolifeinsieme.it
1) American Psychological Association: Sexualization of Girls is Linked to Common Mental Health Problems in Girls and Women–Eating Disorders, Low Self-Esteem, and Depression. An APA Task Force Reports. 2007
https://www.apa.org/news/press/releases/2007/02/sexualizationhttps://www.apa.org/pi/women/programs/girls/report
2) Luca Ricolfi: Il primato del Nord. Cosa dicono i numeri sulla violenza di genere. 01.09.2023 https://www.ilmessaggero.it/editoriali/primopiano/stupri_violenze_di_genere_primato_nord_numero_luca_ricolfi-7604501.html
3) Domenico Bonvegna: Nella “tollerante” Svezia il triste record di femminicidi e stupri. 28.11.2023 https://www.destra.it/home/nella-tollerante-svezia-il-triste-record-di-femminicidi-e-stupri/
4) Family Watch: The World Health Organization Exposed: Abortion, Sexual Rights and CSE. Aprile 2020