LE DONNE DI OGGI SONO VITTIME DEL FEMMINISMO.
Pur essendo pienamente consapevole del fatto che questa affermazione possa sembrare a prima vista contradditoria, non posso tacere quella che è la realtà della nostra società occidentale. Spesso presa come modello di civiltà, la cultura moderna è impregnata di quella che è la degerazione del femminismo cosi come forse era stato inizialmente pensato.
Come donna e membro del Comitato Prolife Insieme purtroppo ogni giorno mi trovo di fronte a situazioni in cui la donna è vittima di se stessa e del proprio narcisismo. Infatti la donna succube di un concetto astratto ed illimitato di autodeterminazione, diventa schiava del proprio ego e spesso si condanna  alla propria infelicità.
Per comprendere meglio cosa si intenda quando si parla di “degenerazione del femminismo” ripercorriamo insieme velocemente le macro tappe della cosiddetta lotta femminista che ha portato la donna ad essere al centro di grandi cambiamenti politico-sociali negli ultimi 100 anni nel mondo occidentale.
La prima ondata del movimento si considera tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo, ci troviamo in piena industrializzazione e crescita del movimento operaio. L’obiettivo principale risultava essere la lotta per i diritti civili e politici delle donne.
I risultati di questa lotta sono stati i diritti legali per le donne, come il diritto di voto e la proprietà dei beni.
Questa prima parte, sebbene persegua un obiettivo genuino quale la valorizzazione della pari dignità della donna a livello politico e sociale, è comunque un movimento che nasce sulla scia della rivoluzione francese e dell’Illuminismo e quindi ha in sé una prospettiva distorta. La rivoluzione francese infatti ci ha illuso che eliminando Dio, l’autorità, i ruoli e la gerarchia, avremo risolto tutti i nostri problemi. In realtà privando l’individuo di una chiara organizzazione sociale l’ha reso più debole e soggetto a cadere nella trappola delle dittature che anche oggi,  anche se in maniera diversa rispetto a quelle del passato, minacciano le democrazie occidentali. La struttura della società infatti si basa sul nucleo familiare e vedremo come nella seconda ondata del femminismo si siano gettate proprio le basi per la distruzione della famiglia.
Questa si colloca negli anni ’60-’70 e si concentra sui diritti riproduttivi, ottenendo quelle che oggi vengono definite “CONQUISTE DI CIVILTÀ” ovvero  il divorzio, l’aborto e la libertà sessuale. E con questo ho detto tutto.
Ma non è finita qui! Oggi ci troviamo nella terza ondata che iniziata negli anni ’90 che si svolge in un contesto di globalizzazione e non mira più a garantire le pari opportunità per entrambi i sessi, bensì alla ASSOLUTA PARITÀ di genere, ovvero l’eliminazione delle differenze tra uomo e donna
Ecco da dove nasce l’ esigenza di essere fluidi in tutti gli ambiti, nel vestiario unisex, nel linguaggio neutro, negli atteggiamenti ambigui  e si arriva perfino a martoriare i nostri stessi corpi nella chirurgia estetica dove il bisturi diventa la “bacchetta magica” che realizza i nostri sogni.
E in effetti sembra proprio che le femministe o almeno le loro rappresentanti abbiano un unico  sogno quello di essere uomini! E poiché questo è impossibile, siano destinate alla eterna insoddisfazione.
Questo genera repressione e rabbia che aziona il desiderio di avere sempre nuovi presunti diritti da rivendicare, e talvolta sfocia in odio verso l’essere maschile.
Da qui la lotta al patriarcato (tra l’ altro oggi praticamente assente nel nostro paese) che fa da bandiera e simbolo per ostentare la PRESUNTA E TOTALE indipendenza, autonomia e libertà dagli uomini.
“Non abbiamo bisogno dell’ uomo” urlano spesso le femministe alle manifestazioni dove l’uomo viene dipinto come il “cattivo da combattere” e la donna come eterna vittima della sottomissione. Certo i casi di violenza vanno denunciati con fermezza ma non vanno utilizzati subdolamente per manipolare l’opinione pubblica alimentando la lotta tra i sessi.
La donna ha bisogno dell’ uomo e viceversa e nessuna ideologia potrà cambiare la realtà.
In questo piagnisteo continuo, la donna ha perso la sua dirompente ed elegante femminilità, il suo innato senso materno (e non solo in senso biologico ma soprattutto emotivo), la sua meravigliosa capacità di collante a partire dalla famiglia per poi estendersi alla creazione di comunità a livello sociale.
Come donna e membro del Comitato Prolife Insieme penso quindi ci sia davvero bisogno di ritornare alla realtà ed ammettere che noi donne NON SIAMO EROINE NÉ DIVINITÀ, ma siamo esseri umani dipendenti dagli altri come ogni altro individuo. La vita umana, infatti, è tale solo nelle relazioni.
La relazione di coppia è un cammino da fare con onestà e trasparenza, nel rispetto della dignità reciproca. Quanto è meraviglioso avere un uomo accanto che ci protegga magari proprio da noi stesse mei momenti difficili e che completi la nostra con la sua unicità.
Donne non liberiamoci dagli uomini ma dalle ideologie che ci ingannano, ci distaccano dalla realtà e calpestano la nostra vera libertà di accettare ciò che siamo e trovare così finalmente la pace.
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Per Comitato Prolife Insieme
www.prolifeinsieme.it
