L’autonomia scolastica è al secondo posto rispetto ai diritti dei genitori

Educazione sessuale ma con ok dei genitori, il preside Dradi: “In questo modo l’autonomia scolastica è limitata”

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Egregio Direttore,le chiedo la possibilità di replicare all’ articolo “Educazione sessuale ma con ok dei genitori,il preside Dradi: in questo modo l’ autonomia scolastica è  limitata”, apparso nei giorni scorsi sul suo giornale.
Il Ministro Valditara ha presentato un provvedimento di legge che introduce l’obbligo del consenso informato per i genitori su tutte le attività scolastiche legate alla sessualità.
In base a questo, le famiglie dovranno ricevere informazioni sui soggetti esterni, materiali didattici e finalità dei percorsi progettati e dare il proprio consenso in forma scritta almeno una settimana prima dell’ inizio del loro svolgimento.Il preside Dradi in una intervista a La Repubblica, critica tale decisione ritenendola un ostacolo che limita l’ autonomia scolastica già riconosciuta dalla Cassazione, inoltre ritiene che l’ educazione sessuale a scuola in Italia resti un tabù per ragioni culturali e l’idea che solo la famiglia debba occuparsene potrebbe escludere giovani da contesti meno aperti al dialogo.
Il preside sottolinea altresì l’ importanza di integrare l’aspetto affettivo per aiutare i ragazzi a comprendere e gestire meglio le proprie emozioni.
In primo luogo, ringrazio il provvedimento del Ministro che finalmente pone un argine allo sconfinamento continuo e destabilizzante che si è verificato negli ultimi anni in Italia tra scuola e famiglia.Da sempre, il ruolo delle famiglie è stato quello di procreare, allevare e proteggere, educando la prole al rispetto di sé e degli altri.Il compito della scuola era quello di istruire gli alunni sui vari ambiti del sapere.L’educazione emotiva, di cui oggi tanto si parla, è stata per secoli deputata alle famiglie. Tant’è che comportamenti scorretti in ambito sociale venivano etichettati con il termine “Maleducazione”.I padri e le madri, almeno quelli coscienziosi, sapevano bene come formare i propri figli aiutandoli a diventare dei buoni ed onesti cittadini allenandoli alla disciplina e alla fatica.E poi cos’è successo? Che le varie Scienze hanno cominciato a mettere in crisi tale sistema; le frustrazioni andavano evitate perché potevano creare dei traumi…Oggi che le famiglie sono in crisi nel loro ruolo educativo, si mettono in discussione persino gli aspetti più intimi e sacri del loro difficile compito, come l’ educazione sessuale, la quale non può prescindere dai principi culturali, etici, morali e spirituali di ognuna di esse!
Caro preside, in base a ciò vorrei dirle che non esistono contesti più  o meno aperti al dialogo (come qualcuno direbbe, fermi al medioevo),smettiamola di usare luoghi comuni! D’altro canto, la scuola, è evidente non può essere sovraccaricata di tutto ciò che non va nella società. Nelle nazioni europee del nord, ad esempio, le cose non vanno meglio solo perché hanno inserito da decenni l’ ora di educazione sessuale nei programmi scolastici. Risulta invece che c’è un più alto tasso di criminalità, tossicodipendenza e perfino suicidio tra i giovani, i quali forse non trovano più dei valori universali in cui credere per edificare il proprio futuro.
Auspichiamo perciò una seria riflessione sulla proposta di legge e che sia l’ inizio del recupero della giusta direzione per la nostra civiltà.
Cordialmente.
Maria Cariati
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it