“L’aborto resta per noi un male”: Enrico Berlinguer

Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di poter commentare l’articolo https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/aborto-duello-in-piazza-a-de9b5dca?live

Qualche settimana fa la stampa ha dato un assurdo risalto all’impiego della RU486 presso le Ostetricie di Urbino e di Ascoli Piceno per produrre procurato aborto. Per portare corretta informazione sui rischi cui si espone la madre che ricorre al procurato aborto ed in particolare a quelli derivanti dalla RU486, ProVita&Famiglia ha richiesto regolare autorizzazione ai Comuni di Urbino e di Ascoli per poter avvicinare persone interessate in una piazza di queste città. Per entrambe le sedi sono intervenuti due Medici e persone esperte in materia, in Ascoli persino una Psicoterapeuta. Cittadine e cittadini hanno richiesto informazioni, accolti con dialogo costruttivo e dotati di documentazione scientifica gratuita, sopperendo così alla disinformazione di chi parla di “aborto libero e sicuro”.
Chi scrive di ”diritto all’aborto”, dimostra di ignorare i limiti posti dalla Legge 194/1978 “tutela sociale della maternità”. Enrico Berlinguer affermava: «Noi non lottiamo per la libertà di abortire, non riteniamo l’aborto una conquista civile né tantomeno un fatto positivo. Noi non siamo abortisti, l’aborto resta per noi un male».”
Ogni donna per esercitare la “libertà di scelta”, che sempre viene invocata, avrebbe il diritto di ricevere ampie informazioni sia riguardo al fatto che si presta ad uccidere un suo figlio, sia riguardo agli effetti avversi che il procurato aborto può avere sul suo corpo e sulla sua psiche nell’immediato e a distanza di tempo: emorragie, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress. E’ ampiamente dimostrato il rapporto di causa-effetto tra procurato aborto ed insorgenza di cancro della mammella (in letteratura medica Link ABC = Rapporto Causale Abortion Breast Cancer): il procurato aborto interrompe drammaticamente lo sviluppo fisiologico della ghiandola mammaria che rimane esposta a maggior incidenza di cancro. Se non viene resa partecipe di queste informazioni, la donna di fatto non è in grado di fornire un vero consenso informato. Intraprendere una strada che porta alla soppressione del proprio figlio, senza che vengano proposte soluzioni alternative, come previsto dalla Legge 194/1978 art.2, non è una scelta. Non è libertà, bensì costrizione.

Dott. Luciano Leone. Pediatra.
Pesaro
Comitato “ Pro-life insieme “
www.prolifeinsieme.it