Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente diritto di replica all’articolo
https://lavocedeltrentino.it/italia-estero/aborto-gli-eurodeputati-sostengono-laborto-accessibile/
La libertà di scelta è quella che si ha prima di concepire una vita.
Quella sì che si può chiamare “libertà”. Il passo successivo, a concepimento avvenuto, non può rientrare nella “libertà di scelta” personale in quanto rappresenta il diritto di un bambino di vivere.
Una recente sentenza della Corte di Cassazione “riconosce , per entrambi i genitori, la perdita del figlio in gestazione, come fosse già nato”.
Ciò sta a significare che la vita del bambino è giuridicamente tutelata fin
dal grembo materno.
Riconosce anche ” il rapporto genitoriale essere
già esistente dalla vita prenatale” quindi implicitamente, già dal concepimento.
Questa decisione è però riferita alla perdita di un figlio dovuta ad un aborto spontaneo o per qualche negligenza da parte dei sanitari.
Un’ ammissione ipocrita mi verrebbe da obiettare, in quanto non prende in considerazione le mattanze eseguite ogni giorno, attraverso gli aborti volontari, i quali non identificano in quel caso la vita nascente come portatrice di diritti.
CHI DECIDE COSA
A questi bambini non è concesso nemmeno il beneficio del dubbio in quanto è anche ostacolato il concedere più tempo alla mamma per riflettere meglio sulla decisione che sta per prendere.
Per coloro infatti che si agitano con l’obiettivo di difendere la centralità della donna sul principio di autodeterminazione, è fondamentale che quest’ultima sia lasciata libera di decidere.
Ma lasciare del tempo in più per permettere alla donna che sta per abortire di riflettere, magari offrendole la possibilità di confrontarsi con qualcuno che abbia voglia di ascoltarla, non avvalora il principio di libertà?
Io penso di sì.
Credo che coloro che ostacolano con insistenza questo percorso appellandosi al libero arbitrio delle donne, non siano in realtà interessati alla loro libertà.
Mi appaiono questi come pretesti per andare contro la vita come a dire: più velocemente si abortisce meglio è.
Via libera quindi alle pillole abortive da comprarsi anche online.
Guerra senza pietà ai medici obiettori.
L’aborto deve essere considerato una passeggiata, un intervento di routine.
Inutile dire che questa è una bugia colossale perché l’aborto è UN ASSASSINIO PRENATALE che miete più vittime.
Oltre alla morte del feto provoca anche quella della madre, del padre causando una ferita che non cicatrizza.
Si può parlare a ragione di assassinio prenatale perché lo sviluppo biologico inizia dal concepimento e, avendo l’ embrione autonomia biologica, è considerato un individuo.
In termini medici, si parla di embrione fino a circa 8-10 settimane, dopodiché si inizia a usare il termine “feto”.
CHI PUÒ DIRE COSA?
Si riempiono fogli con numeri, si parla di percentuali di donne a cui viene impedito di abortire , di incrementi di impedimenti, di medici obiettori, di fanatici operatori provita, tutto analizzato dallo sterile punto di vista di una legittima autodeterminazione.
Di solito chi studia questo fenomeno riferendone i dati, non è mai sceso in campo a contatto diretto con questa realtà e parla quindi solo in termini di percentuali.
Molte delle donne che decidono di interrompere la gravidanza sono straniere, povere e spesso, grazie all’aiuto dei movimenti di aiuto alla vita, che garantiscono sostegno umano ed economico, hanno cambiato idea. Nessuna violenza quindi, solo aiuto.
Ci sono poi anche le donne che decidono per l’interruzione di gravidanza perché il figlio non lo vogliono. Hanno anche esse bisogno di parlare e di essere ascoltate, non giudicate, né forzate a fare una cosa od un’altra. Nessuna predica anche perché sarebbe vissuta dalla donna come violazione di una scelta personale.
L’errore di chi sentenzia dall’alto della propria non conoscenza è pensare che, chi crede nella sacralità della vita, vada a fare sermoni cercando di fare sentire in colpa una mamma che rifiuta il suo bambino.
In realtà si vuole dare solo tempo a queste mamme per permettere loro di parlare.
Di dare voce a quel NO che impedisce loro di accettare quel figlio.
Spesso infatti si sentono inadeguate, hanno paura di non essere all’altezza magari perché quello è stato “un incidente di percorso”.
Alcune decidono di non volere quel bambino in quanto sono immerse in una realtà che appare ai loro occhi senza soluzione.
Ecco quindi l’importanza dell’ascolto.
Non è raro che le donne in attesa dell’intervento piangano ed è un pianto a cui nessuno presta l’orecchio, una disperazione vissuta in solitaria e questo è terribile.
È tremendo che non ci sia qualcuno che possa offrire loro una consolazione, che dia loro una speranza.
Come si può ritenere questo chiedere di entrare in punta di piedi mancanza di rispetto?
EFFETTI COLLATERALI
L’aborto, è ormai provato, è un male con effetti collaterali difficili da contenere, effetti quali depressione, rottura con il partner, autolesionismo. Tutto studiato e documentato.
Si continua però, nonostante tutto, a considerare l’interruzione di gravidanza un atto legittimo perché la 194 lo permette.
Ma questa legge non viene applicata nella sua interezza anzi, viene addirittura manipolata.
Si combattono gli obiettori di coscienza anch’essi legittimati nella loro scelta (art. 9 l. 194/78).
Si fa terra bruciata attorno a chi, seppur con possibilità stabilita dalla legge (art 1 e 2 l. 194) vorrebbe aiutare queste mamme a fare chiarezza per decidere davvero con consapevolezza quale strada prendere.
Si caldeggia l’introduzione dell’aborto chimico con le varie pillole del giorno dopo e dei 5 giorni dopo, che rendono banale l’aborto consentendo di eseguirlo di nascosto in privato.
Il pregiudizio nei confronti di chi crede che la vita inizi con il concepimento è dilagante.
È un fanatismo ideologico che impedisce ai centri di aiuto alla vita di lavorare accusandoli di fare terrorismo psicologico.
Una ideologia cieca che non riconosce la vita nascente.
Creare una cultura della vita diventa quindi fondamentale per fare sì che il concepito sia considerata persona portatrice di diritti.
Magari presentando, attraverso campagne informative, lo sviluppo di un embrione.
Giace in Parlamento una proposta di legge per fare sentire il battito cardiaco del bambino alla futura mamma, che ha deciso di abortire affinché ci sia reale consapevolezza che si sta per mettere fine ad una vita.
Si parla di “inverno demografico” dando la colpa alle difficoltà economiche delle famiglie, alla carriera lavorativa messa al primo posto ecc.
Mai si indica l’aborto come causa del calo delle nascite.
Sicuramente senza l’aborto avremmo una consistente percentuale in più di bambini.
Il ricorso all’aborto purtroppo, oltre che a “svuotare culle”, non giova nemmeno alla crescita materiale di un Paese in quanto lo priva di quella vitalità positiva che avrebbero potuto apportare i bambini ai quali è stato impedito di nascere.
Angela D’Alessandro. Bolzano
Prolife insieme
www.prolifeinsieme.it
