“Diritto” di abortire nelle Marche:i partiti attaccano il volontariato

Proprio non c’è pace nelle Marche per l’attuale governo regionale a guida FdI sulla questione aborto procurato, ovvero interruzione volontaria di gravidanza.

Probabilmente è giusto così, poiché pace non può esserci finché numerose e continue sono le vittime.

Questa volta, ad ergersi paladino dei diritti e del benessere delle donne è Federico Giampieri, esponente locale del M5S. Nato diversi anni dopo la promulgazione della legge 194/78 sull’aborto, evidentemente Federico appartiene a quel genere di persone a cui piace sentirsi privilegiate, poiché a lui è stato concesso di venire al mondo, mentre a tanti altri marchigiani che oggi avrebbero la sua età lo Stato ha detto: “No, grazie, voi non avete diritto di vivere”.

Qui il suo comunicato:
https://www.vivereancona.it/2024/09/09/interruzione-volontaria-di-gravidanza-igv-le-difficolt-nelle-marche/338480

Dicevamo appunto le vittime: innanzitutto i bambini a cui viene violentemente stroncata la vita sul nascere; poi le donne mutilate nel profondo della loro femminilità, l’essere madri; quindi gli uomini, i padri, semplicemente disintegrati dalla retorica dell’autodeterminazione; la società tutta intera che inizia a pagare le disastrose conseguenze della denatalità; in ultima analisi la realtà e la verità.

Tanto per cambiare infatti si usa strumentalmente la politica per attaccare associazioni di volontariato (come quella rappresentata dal sottoscritto), insieme a donne e bambini, ovvero, guardando la cosa all’inverso, si tirano in ballo le associazioni di volontariato e la questione dell’aborto per attaccare la parte politica avversa.

In un modo o nell’altro, le vittime restano sempre le stesse: la verità, la realtà, queste donne talmente disperate da credere che terminare la vita dei loro bambini nel contenitore di un aspiratore (nel caso di aborto chirurgico) o nel water di casa (con l’aborto farmacologico) sia la soluzione ai loro problemi.

Sì, perché la realtà è che non c’è nulla che vieti nelle Marche il ricorso alla pillola abortiva a qualsivoglia età gestazionale consentita dalla scheda tecnica del prodotto.

Esattamente come è costretto a ripetere a più riprese l’assessore Saltamartini, l’impiego di questa procedura attiene semplicemente alle scelte e alla organizzazione dei medici.

La dimostrazione? È semplice, non risulta ad oggi nessun atto regionale che ne vieti o limiti l’utilizzo. Qualsiasi altro discorso è puro pretesto.

Ma allora perché persiste tanta confusione? Evidentemente perché altra vittima certa, in questa cieca battaglia per una autodeterminazione assoluta e disperata, è la verità.
Così di sicuro resta solo l’insicurezza.
Come ammoniva il compianto Carlo Caffarra: “Se l’uomo non è più sicuro neppure nel seno di sua madre e nei confronti di sua madre, dove e nei confronti di chi potrà sentirsi sicuro?”

Per questo, per fare chiarezza, rinnoviamo con speranza l’invito a tutta la cittadinanza all’incontro di questo giovedì 12 settembre a Civitanova Marche (locandina allegata) con Anna Bonetti e Maria Rachele Ruiu.

Pro-life insieme
Dott. Roberto FESTA
Centro di aiuto alla vita di Loreto ‎

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