Egregio Direttore,
Leggo un articolo (https://acquinews.ilpiccolo.net/2024/11/06/aborto-e-la-donna-che-decide-un-incontro-pubblico-sulla-194/ ) sulla Sua testata e Le chiedo la cortesia di replica, in quanto le affermazioni riportate risultano parzialmente errate o, comunque, non ben documentate.
1) Si sostiene che l’inserimento di associazioni pro-life nei consultori sarebbe un ostacolo alla libera decisione delle donne in riferimento alla 194 e all’aborto. Devo purtroppo constatare che, ancora una volta, noi donne siamo trattate come animali da cortile e non persone dotate di un cervello, capaci di distinguere il meglio per sé: la donna è considerata come un contenitore solo corpo, quindi l’aborto non sarebbe altro che un atto di natura “ fisica”, mentre la verità è ben altro! Per il mio volontariato io incontro donne che hanno abortito e non vivono la scelta come libera e legata al solo corpo, bensì come una “costrizione” per motivi economici, sociali, psicologici, condizionamenti che hanno determinato una ferita a livello emotivo insuperabile.
2) Si sostiene che la legge 194/78, confermata dal referendum del 1981, avrebbe sanato la piaga degli aborti clandestini. La verità invece è ben diversa: il rapporto dell’Osservatorio Permanente sull’Aborto, presentato al Senato due settimane fa, dimostra esattamente il contrario: gli aborti sono in enorme aumento e non sono spariti quelli clandestini. https://prolifeinsieme.it/osservatorio-permanente-sullabortointervista-al-presidenteprof-rocchi/
Forse è arrivato il momento di ripensare la figura femminile con la sua preziosità e dignità, non come contenitore asettico e privo di umanità: la legge 194 ha quasi 50 anni, oggi si sa per certo che lo zigote è un essere vivente della specie umana, che il cuore batte a 20 giorni dal concepimento, che l’aborto lascia una scia di dolore per sempre.
Ci meritiamo ben altro, noi donne!
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato Pro-life insieme