IVG : la donna riceve tutte le informazioni previste dalla Legge?

Egregio Direttore,

mi consenta una replica all’articolo di Maria Federica Santoli, dell’11 novembre scorso, pubblicato su Giuricivile- Rassegna di diritto e giurisprudenza civile, rileva il dibattito che si è sollevato a proposito di consenso informato dopo la pubblicazione della sentenza n. 3608/2024 del Tribunale di S. Maria Capua Vetere. ( https://giuricivile.it/consenso-informato-la-sentenza-n-3608-2024-del-tribunale-di-s-maria-capua-vetere/)
Il giudice non ha riconosciuto il diritto al risarcimento a una donna che, in occasione dell’intervento subito per la legatura delle tube, non era stata avvisata di una gravidanza in corso. Se ne è accorta quando era ormai al quinto mese e non ha quindi potuto abortire. A quanto pare la sentenza è di primo grado, quindi può anche darsi che la Cassazione riconosca anche in questo caso il danno per la nascita di un figlio non voluto. Ma intanto il giudice di merito ha sottolineato che la donna non ha provato di aver espresso la volontà di abortire, al momento dell’intervento, e tale volontà evidentemente non può essere presunta.
Ci sembra consolante questa ultima notazione: se una donna è incinta si presume (ancora) la naturale volontà di avere un figlio.

La donna che vuole abortire viene sempre informata della presenza di un essere vivente umano nel suo grembo?

A proposito di consenso informato, però, ci sembra corretto ampliare il dibattito in corso: alle donne che chiedono di abortire viene spiegato in modo completo, veritiero e corretto che nel suo grembo c’è un essere vivente appartenente alla specie umana? Viene spiegato in modo completo, veritiero e corretto che l’aborto chirurgico, e ancor più quello chimico, può comportare una serie di effetti collaterali e avversi sulla sua salute fisica? Viene spiegato in modo completo, veritiero e corretto che in ogni caso l’aborto comporta effetti collaterali e/o avversi sulla salute psichica delle donne?
Si tratta di dati di realtà comprovati da abbondante letteratura scientifica che però viene ideologicamente e pervicacemente ignorata, a discapito della salute sessuale e riproduttiva delle donne. Perché? Ma soprattutto: come può la “scelta” essere libera se non è consapevole?
Prof. Francesca Romana Poleggi
Per Comitato “ Pro-life insieme “
http://www.prolifeinsieme.it

Consenso informato: la sentenza n. 3608/2024 del Tribunale di S. Maria Capua Vetere