Gentile direttore
è doverosa una precisazione sulla controreplica di Francesca Pennelli alle osservazioni di Vittoria Criscuolohttps://www.editorialedomani.it/politica/italia/aborto-governo-meloni-non-presenta-report-applicazione-legge-194-prima-volta-46-anni-u8fei0sh sul suo articolo del 13 novembre intitolato “Il governo non presenta il report sull’applicazione della legge 194: è la prima volta in 46 anni”. Federica Pennelli afferma che “I dati rielaborati nel vostro Osservatorio permanente sull’aborto non sono dati del ministero della Salute, ma di un organismo dichiaratamente contrario all’aborto, diritto sancito dalla legge 194”. Questa affermazione è senza alcun fondamento: i dati elaborati dall’Osservatorio Permanente sull’Aborto (OPA) nel suo terzo Rapporto sui Costi dell’aborto indotto e i suoi effetti sulla salute delle donne (https://osservatorioaborto.it/dati-aborto-1978-2022-tra-clandestinita-e-indifferenza/) sono dati statistici pubblicati da Istat nel datawarehouse pubblico a cui tutti possono accedere al seguente indirizzo web: http://dati.istat.it/. I dati dell’indagine Istat (di cui è possibile conoscere i dettagli nella pagina di Istat relativa al suo sistema di qualità https://siqual.istat.it/SIQual/visualizza.do?id=0038900&refresh=true&language=IT) costituiscono la base principale delle elaborazioni che l’Istituto Superiore di Sanità effettua per il Ministero, predisponendo la Relazione annuale. Mi sembra importante che questa informazione, per correttezza, sia proposta tempestivamente ai lettori di Domani, che sono certamente siano in grado di valutare autonomamente la qualità di quanto OPA scrive nel suo Rapporto.
L’obiettività delle analisi non dipende dall’opinione di chi tali analisi propone. Altrimenti si dovrebbe dire che quanto scrive Federica Pennelli nel suo articolo non è credibile semplicemente perchè l’autrice è favorevole alla legge 194. Le analisi proposte da OPA devono essere discusse nel merito, valutando la qualità dei dati utilizzati e la correttezza delle elaborazioni. E’ quello che abbiamo fatto nel nostro Rapporto in merito all’articolo di Eleonora Cirant pubblicato da Domani il 22 maggio 2024. In tale articolo si afferma che «…nel 1978… di aborto non legale morivano, secondo le stime di allora, da uno a tre milioni di donne l’anno». Non abbiamo criticato le opinioni dell’autrice, ci siamo limitati a verificare la qualità di questo dato rilevando che, secondo l’Annuario di Statistiche Demografiche pubblicato da Istat con riferimento al 1978, anno di approvazione della legge, in Italia sono morte in totale 540.671 persone (per qualsiasi causa, di qualsiasi età, maschi e femmine).
OPA è favorevole alla più ampia diffusione di dati statistici di qualità certificata (come sono quelli diffusi da Istat) relativi alle IVG e all’applicazione alla Legge 194 in Italia. Di aborto volontario legale si deve continuare a discutere se ancora oggi, come certifica l’Istat pubblicando annualmente il tasso di abortività totale, circa una donna su cinque sceglie di abortire volontariamente almeno una volta durante la sua vita. Per questo nel nostro Rapporto abbiamo citato l’indagine pubblicata il 29 agosto 2024 da Istat intitolata “L’interruzione volontaria di gravidanza in un’ottica generazionale” https://www.istat.it/produzione-editoriale/linterruzione-volontaria-di-gravidanza-in-unottica-generazionale/) in merito alla relazione tra scelta dell’obiezione di coscienza da parte degli operatori sanitari e accesso all’aborto legale. Anche questo studio è disponibile liberamente e se i lettori di Domani non si fidano, come fa Federica Pennelli, di quanto scrive OPA, possono sempre rivolgersi alla fonte originale per farsi un’idea. Altre fonti di informazione che abbiamo utilizzato per parlare del caso della Regione Marche, dove sono state sollevate polemiche per un presunto eccesso di obiezione di coscienza che impedirebbe l’accesso alla IVG, sono un report di CGIL Marche e un report pubblicato dalla regione Marche. Entrambi liberamente disponibili su web.
Dott. Benedetto Rocchi
Presidente dell’Osservatorio Permanente sull’Aborto