Ivg, “eliminazione di un bimbo in utero”,parla il pediatra dott. Leone

Egregio Direttore,
Leggo nell’articolo https://www.valigiablu.it/aborto-movimenti-anti-scelta-radicalizzazione/ alcune affermazioni e da pediatra mi preme rispondere.
In primo luogo è manifestamente falso ed antiscientifico quanto si afferma riguardo al video Baby Olivia, che ho visto personalmente e mostra le effettive tappe di sviluppo del concepito, che peraltro possono essere reperite da chiunque in un buon testo e possono essere testimoniate persino da quelle madri, che avendo fatto ricorso all’aborto chimico si sono ritrovate a constatare di aver espulso, di aver buttato via un figlio piccolo. Ammenoché non si voglia sostenere che sarebbe diversa la dignità di una persona in base alle sue dimensioni, alla sua età, alla sua capacità lavorativa o di interazione, al suo sesso, ai suoi valori purché non siano lesivi delle altrui persone, così come si verifica nel caso del procurato aborto.

Autodeterminazione dei corpi

“L’autodeterminazione dei corpi” è una definizione perfetta se correttamente applicata: infatti una donna incinta è una madre che reca nel suo corpo il corpo di un’altra persona, dotata di un corredo cromosomico assolutamente diverso da quello della madre e da quello del padre, poiché risultato dell’armonica organizzazione di metà patrimonio genetico della madre e di metà patrimonio genetico del padre. Fin dalla più remota antichità la coscienza di uomini e donne ha recepito questa realtà, che oggi conosciamo più approfonditamente, poiché sappiamo che fin dai primi momenti dal concepimento informazioni molecolari viaggiano dalla nuova persona alla madre, in un rapporto che fenomeni come le fecondazioni artificiali extracorporee non possono assolutamente riprodurre.

Aborto avversato anche nel mondo pagano

Questo fatto è riconosciuto dall’alba dei tempi: Il nascituro si considera come già nato, tutte le volte che si tratti del suo interesse (nasciturus pro iam nato habetur quotiens de eius commodo agitur) è affermazione del giureconsulto pagano Giulio Paolo. Il primario, fondamentale interesse del bambino concepito è infatti nascere e poter vivere.
A Roma almeno dal primo secolo a.C. in caso di controversie legali o di altre necessità il pretore nominava un curator ventris  a tutela del nascituro (colui che è nell’utero qui in utero est).
Ancor prima Aulo Gellio (circa 125-180 d.C.), parimenti pagano, deplora l’insensatezza dell’aborto: “è degno del pubblico disprezzo e del generale orrore uccidere l’uomo nei primordi della vita, mentre si forma, mentre si anima, tra le mani della natura artefice” (Noctes Atticae XII 1, 8-9).
Gli antichi non disponevano dell’ecografia per visualizzare il bambino nell’utero, ma usavano logica, buon senso, umanità. E ciascuna donna, allora come oggi, avvertendo la nuova vita sbocciata nel suo grembo materno, naturalmente si esprime: “Aspetto un bambino”. Nessuna mai direbbe: “Il mio utero è occupato da un grumo di cellule” o idiozie simili. E, sentendo il bambino scalciare, ciascuna donna, allora come oggi, avverte la prepotente vitalità dell’inquilino.
Manifestamente il procurato aborto è l’eliminazione di un bambino in utero ovvero, se si tratta di una bambina, è un femminicidio.

Finanziamenti alle associazioni pro-life

L’articolo sostiene che le organizzazioni pro vita sarebbero “ben finanziate”. Ma in Italia i soldi pubblici sovvenzionano coloro che si prestano a praticare aborti, e consultori che spesso  distribuiscono lasciapassare per l’aborto senza minimamente attuare gli art.1 e 2 della 194/1978 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”: Art. 1. Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.
Art.2. I consultori familiari assistono la donna in stato di gravidanza: a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio; b) …legislazione sul lavoro a tutela della gestante; c) attuando direttamente o proponendo … speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a); d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.
Non vi sembra che quantità immani di denaro viaggino dall’erario alle casse di ditte farmaceutiche e di cliniche abortiste?
Si usano per l’aborto soldi sottratti anche a chi è assolutamente contrario al procurato aborto. Questi soldi sarebbero assai meglio spesi per evitare l’eliminazione di bambini e le gravi conseguenze che le madri abortiste affronteranno nell’immediato o a distanza. Gli abortisti siano denominati non-obiettori, espressione che rende palese che il vero Medico è chiamato a preservare la vita, non ad uccidere. Persino l’On. Sportiello è costretta ad ammettere che i Medici che rifiutano di assoggettarsi al procurato aborto variano dal 70% al 90%, e aggiunge:  “Parliamo quindi di numeri davvero significativi”. Significativi di che cosa? Non sono appunto significativi del  fatto che la stragrande maggioranza dei Medici riconosce il valore della vita che si sta sviluppando in utero? Infatti in alcuni reparti di Ostetricia Ginecologia i Medici rifiutano compatti al 100%.

Il cuore del bimbo batte a 18 giorni dal concepimento ed è rilevabile alla 5/6 settimana

Perché alcune donne non vogliono aprire gli occhi sulla realtà? Come ad esempio la realtà del battito cardiaco fetale con le attuali strumentazioni è verificabile già alla 5^-6^ settimana dal concepimento. Eppure Norma McCorvey, dopo essersi prestata alla mistificazione che aveva portato alla sentenza Jane Roe vs Wade (dove Jane Roe era suo pseudonimo per tutelarne la privacy) nel 2005 è tornata presso la Corte Suprema Statunitense per sostenere l’azione legale McCorvey vs Hill contro il procurato aborto. E l’altro grande promotore della Roe vs Wade Bernard Nathanson, dopo aver eseguito migliaia di aborti – anche sui suoi stessi figli – e dopo aver guidato la più grande clinica abortiva del mondo, di fronte all’evidenza  dell’ecografia fetale riconobbe la realtà del concepito e divenne un paladino del diritto alla vita (la sua autobiografia, tradotta in italiano, s’intitola: “La mano di Dio”).

Effetti avversi dell’aborto sulle donne

Molte donne, che credono che il procurato aborto costituisca una libera scelta, anziché la negazione della loro stessa natura di madri, hanno sperimentato sulla loro psiche e sul loro corpo gli effetti avversi del procurato aborto: emorragie, sepsi, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress, etc. Effetti avversi cui va aggiunto il drammatico incremento di cancro della mammella a causa del Link ABC cioè il rapporto causale tra Abortion e Breast Cancer.
Una ricerca effettuata da David Reardon, Katherine Rafferty, Tessa Longbons (Cureus 2023; due Autrici sono donne) su 226 donne statunitensi che si erano sottoposte a procurato aborto: almeno il 60% ha dichiarato che, se soltanto avesse trovato maggiore aiuto ed assistenza, avrebbe preferito avere il bambino; parimenti altro studio del Medical Science Monitor riporta che il 79%  delle donne reduci da un procurato aborto lamenta di non essere stata preventivamente informata di alternative alla eliminazione del bambino: il ripensamento ed il fardello del procurato aborto è quindi percentualmente preponderante. Riguardo a gravidanze indesiderate ma poi portate a termine, invece, Corinne Rocca, Heidi Moseson, Heather Gould, Diana Foster, Katrina Kimport (Social Science & Medicine 2021; tutte Autrici donne) hanno seguito per cinque anni 161 donne, le quali avevano chiesto di abortire, ma per un qualche motivo erano state costrette a proseguire la gravidanza: ad una settimana dal rifiuto dell’aborto il 65% di queste donne avrebbe ancora desiderato abortire; ma subito dopo il parto la percentuale si riduceva al 12%, dopo il primo anno al 7%, a distanza di cinque anni al 4% appena. Si può dunque concludere che solo in una infima percentuale di casi una gravidanza non desiderata, ma portata a termine colla nascita del bambino, genera un qualche disagio, mentre uno scottante 79% di rimorsi grava sulle donne che hanno abortito.

Risorse economiche da destinare alle donne e non alla IVG

Le energie e le risorse economiche che vengono spese per promuovere il procurato aborto, andrebbero invece sapientemente erogate per aiutare le madri a realizzarsi come madri.
C’è qualcosa che grandemente confligge contro la logica e la morale se proprio alcune donne sembrano sostenere che persone geneticamente maschili possano insidiare prerogative e autentici diritti femminili come si è visto in gare sportive e persino in incontri di pugilato; se procurato aborto chirurgico o chimico viene chiamato diritto e libertà.
Lascio le conclusioni a Giorgio Pardi, professore di ostetricia-ginecologia presso la Clinica Mangiagalli di Milano: insieme con Giovanbattista  Candiani, fu il primo ad eseguire un’interruzione di gravidanza in Italia dopo l’introduzione della 194/1978, ma riteneva più che necessaria la presenza dei CAV Centri di Aiuto alla Vita accanto ai reparti di ostetricia. Era e rimaneva (illogicamente) a favore della 194/1978. Rilasciava tuttavia questa dichiarazione: «Sono ateo, l’ho già detto? Io non credo in Dio, non ho la grazia della fede, che vuole che le dica? Quindi scriva scriva scriva che il dottor Pardi Giorgio è ateo o, se preferisce, è un laico. E aggiunga anche che per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede. Basta l’osservazione. Quello è un bambino. L’aborto è un omicidio. Difendo ancora la 194, ma è soprattutto nella parte a tutela della vita che andrebbe applicata. Perché l’interruzione di gravidanza è una ferita che non si cicatrizza». https://www.tempi.it/giorgio-pardi-laborto-un-omicidio/

Dott. Luciano Leone. Medico chirurgo. Pediatra
Comitato “ Pro-life insieme “

http://www.prolifeinsieme.it

https://www.valigiablu.it/aborto-movimenti-anti-scelta-radicalizzazione/