Intervista a don Francesco Giordano, presidente di “ Pro-life insieme “

Video intervista:https://drive.google.com/file/d/1vAkQbHLJlSBGn8-rusphb9uVwlD90ye5/view?usp=drivesdk

Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista a Don Francesco Giordano pubblicata su  “ La nuova bussola quotidiana “( il link a piè di pagina per la lettura integrale), dalla quale emergono con chiarezza le intenzioni e gli obiettivi del Comitato “ Pro-life insieme “: riunire le realtà in Italia ( e sono tante!) a favore della vita del concepito, ignorando le differenze e la tendenza a guardarsi con sospetto, raccogliendo invece tutte le voci positive e costruttive.
L’attività del Comitato è  di carattere strettamente culturale e informativo, esula dalle polemiche e si rivolge al “ popolo della vita” per operare un reale cambiamento della mentalità corrente in merito all’aborto: l’aborto non è un diritto, non è una scelta, è invece l’eliminazione di un bimbo innocente che desidera solo di essere accolto.

Unico obiettivo: scardinare l’aborto. Nasce Pro Life insieme

Il mondo pro-vita italiano soffre dell’incapacità di fare rete, di lottare insieme. Per questa ragione nasce Pro Life Insieme, una federazione che si prefigge lo scopo di aggregare tutte le associazioni pro-vita del territorio. Con un unico obiettivo: lottare contro l’aborto.
VITA E BIOETICA 09_07_2024
Giovanni Paolo II nellEvangelium vitae, in merito alla responsabilità della diffusione del fenomeno aborto, così si esprimeva: «La responsabilità coinvolge anche i legislatori, che hanno promosso e approvato leggi abortive, […] gli amministratori delle strutture sanitarie utilizzate per praticare gli aborti. […] Non si può infine sottovalutare la rete di complicità che si allarga fino a comprendere istituzioni internazionali, fondazioni e associazioni che si battono sistematicamente per la legalizzazione e la diffusione dell’aborto nel mondo. In tal senso l’aborto va oltre la responsabilità delle singole persone e il danno loro arrecato, assumendo una dimensione fortemente sociale. […] Ci troviamo di fronte a quella che può definirsi una “struttura di peccato” contro la vita umana non ancora nata» (59).Questo passaggio ci fa comprendere che l’aborto è diventato un fenomeno planetario perché esiste una rete di soggetti – legislatori, politici, istituti, associazioni, fondazioni, lobby, media, social, etc. – che promuovono l’uccisione del bambino non ancora nato. Una vera e propria struttura organizzata contro il nascituro.Ecco allora che per smantellare questa struttura ne occorre un’altra, di natura radicalmente opposta, votata per difendere la vita sin dal suo sbocciare. Un handicap del mondo pro-life italiano è proprio l’incapacità di fare rete, di lottare insieme contro l’aborto. Per tentare di sanare questa ferita nel corpo dell’associazionismo a favore della vita è nato il comitato Pro-life insieme.Ne parliamo con don Francesco Giordano, socio fondatore dell’associazione, docente di Teologia presso la Catholic University of America a Roma e Direttore di Human Life International Rome and Europe.

Un’altra associazione pro-life. Era proprio necessaria?

Non si tratta di un doppione di altre associazioni pro-life. Si tratta, invece, di una rete che riunisce un popolo, gruppi, associazioni, singoli simpatizzanti intorno a un unico tema: l’aborto. Abbiamo notato che questa parola è quasi considerata un tabù, come se si trattasse di un dato acquisito e di una verità incontestabile. Lo aveva osservato anche l’arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, a più riprese, quando, trattando di aborto, affermò che va affrontato senza colpevolizzare la donna, per il dolore che lascia in lei, ma comunque non deve essere tema da censurarsi (clicca qui e qui e qui).
Noi pensiamo che vada riconsiderata la figura del bambino non nato, alla luce della scienza che unanimemente riconosce l’inizio della vita dal momento del concepimento. Va poi sicuramente ripensata la figura della donna, il centro, il nucleo dell’interruzione volontaria di gravidanza: il dolore pesa su di lei, spesso abbandonata ad una decisione che si ripercuoterà principalmente su di lei per il resto dei suoi giorni. Non è possibile che non si trovi una modalità alternativa che non sia il nuocere al bambino ancora non nato, il cui cuore batte a 18 giorni dal concepimento, quando ancora quasi la mamma non sa di essere incinta. Non è possibile che non si riesca ad aiutare la donna a superare la difficoltà di una gravidanza inattesa senza imporle il sacrificio di rinunciare al suo bambino. Non è possibile che al padre del bambino non vengano forniti gli strumenti per accogliere il proprio figlio e per accompagnare la mamma nel meraviglioso percorso della maternità.

(…)

Sappiamo che la Chiesa istituzionale negli ultimi anni si è mostrata assai tiepida sui temi legati alla tutela della vita. Come far sì che queste tematiche tornino al centro della pastorale?

Il Magistero non ha mai cambiato la propria posizione in tema di aborto: i Pontefici lo hanno definito così come in effetti esso è, «abominevole delitto» e il santo Padre Francesco si è espresso a più riprese in modo esplicito e sferzante, definendo la pratica dell’aborto come «affittare un sicario».
La Chiesa non cambierà mai la propria posizione in merito all’aborto e i credenti non possono che sentirsi appoggiati nella propria volontà di accoglienza totale della vita dal momento del concepimento. Non esiste un sostegno esplicito possibile alla legge 194 per un credente, ma non esiste nemmeno per una persona umana che sia veramente a conoscenza della realtà dell’aborto. Spesso ci si trova di fronte a una disinformazione o mala informazione che condizionano purtroppo le posizioni personali. Vogliamo intervenire proprio su tali mancanze e riaffermare la verità della bellezza della vita del bambino appena concepito.

per leggere integralmente l’intervista :https://lanuovabq.it/it/unico-obiettivo-scardinare-laborto-nasce-pro-life-insieme

https://drive.google.com/file/d/1vAkQbHLJlSBGn8-rusphb9uVwlD90ye5/view?usp=drivesdk