Caccia alle streghe e “ dagli all’untore”: vincente sarebbe invece l’alleanza d’amore tra uomo e donna.
Egregio Direttore,
Mi consenta una replica all’articolo pubblicato sulla sua testata https://www.micromega.net/25-novembre-spostiamo-attenzione-su-chi-la-violenza-la-compie
Mi sono chiesta se, focalizzando l’attenzione su chi agisce la violenza, non ci sia il rischio di vedere la violenza su qualsiasi uomo. In effetti il rischio c’è, ci potremmo ritrovare in una condizione sociale simile a quella del Medioevo, quando perseverava la caccia alle streghe, quando era sufficiente che una donna avesse atteggiamenti anticonformisti per condannarla a morte sicura ed orribile. Oppure al XVII secolo, con un “ dalli all’untore” di manzoniana memoria.
Ritengo che sia ingiusto e riduttivo risolvere il problema della violenza semplicemente delineando l’identikit del sicuro violentatore, sarebbe più degno della nostra civiltà identificare le cause che portano una persona ad assumere tali comportamenti.
Sicuramente una delle cause è la relazione della coppia. Non c’è, a mio modesto parere, una violenza al maschile sul femminile o anche un passivo e un attivo, una vittima e un carnefice, bensì una condivisione distorta del vissuto relazionale.
In altre parole una follia a due in cui lui e lei si amano secondo modalità che sembrano apparentemente e falsamente affettive e altruistiche, quando invece sono egocentriche e narcisistiche.
È sentimento dell’amore inteso come dono altruistico di sé, che sembra non avere più declinazione, non solo nei vissuti delle coppie ma in tutti i contesti sociali e relazionali. Rabbia( tanta), rancore, pregiudizi, superbia, incapacità alla comprensione e al perdono, sono costantemente presenti nella nostra vita quotidiana: nelle relazioni familiari, lavorative, scolastiche, addirittura nelle chiese e nei luoghi della politica.
Domandiamoci, prima di additare qualcosa o qualcuno: ma noi siamo ancora capaci di amare?
Dott. Isabella Digiovanna
Psicologa
www.prolifeinsieme.it