Il valore della vita e della famiglia: estremismi di destra, di sinistra o…?

https://ilmanifesto.it/antifa-dalla-germania-degli-anni-trenta-alla-galassia-delle-sottoculture

Il termine antifascismo oggi viene usato come strumento di censura, ma non tutto ciò che non si condivide è violenza.

L’Antifascismo è stato originariamente introdotto in Germania nei primi anni ’20 dal “Partito Comunista di Germania” (KPD) come termine di lotta anticapitalista.
L’antifascismo in Italia è l’insieme dei movimenti eterogenei che si contrapposero al regime e alle attività promosse o attuate dal governo fascista di Benito Mussolini durante il ventennio fascista.
Da allora, però, il termine si è evoluto e ha assunto varie forme.
OGGI il simbolo “Antifa” non rappresenta una singola organizzazione. Piuttosto, trasmette il messaggio che “Azione Antifascista” non riguardi l’impegno civico democratico, ma piuttosto la presa di distanza dalla lotta “borghese” o “conformista” contro l’estremismo di destra.
Il simbolo “Antifa” è ampiamente utilizzato, soprattutto nell’estremismo di sinistra, nella parte orientata alla violenza, per la quale il simbolo rappresenta forme di azione militante e si riflette anche nelle doppie bandiere, inclinate a destra e contro la destra, originariamente entrambe erano rosse, oggi il simbolo include una bandiera nera, che simboleggia l’ANARCHISMO  autonomo ed una bandiera rossa simboleggia ancora il socialismo.
Con lo slogan “Antifa significa attacco”, si giustificano le “azioni di contrasto” contro individui, gruppi o istituzioni che vengono considerate “fasciste”.
Ma avere opinioni differenti non significa necessariamente essere fascisti.
Quanti cittadini europei vengono oggi definiti fascisti solo perché difendono il valore assoluto della Vita, come per esempio gli antiabortisti e coloro che ribadiscono l’importanza della famiglia naturale? In pratica un bavaglio contro chi dissente dal pensiero dominante.
Oggi, infatti, la bandiera Antifa viene spesso rappresentata con le due bandiere la  rossa e la nera “sdraiate” sui colori dell’arcobaleno lgbt, questo ci fa capire come per un movimento senza fondamenta stabili sia facile e quasi automatico cambiare rotta a seconda dell’ideologia dominante.
In definitiva, queste “azioni di contrasto” non sono altro che crimini come danni alla proprietà, incendi dolosi o talvolta gravi lesioni personali, in cui, in singoli casi, si accetta persino la morte di persone.
Basti pensare a quante volte la sede Provita a Roma è stata vandalizzate e a novembre del 2023 ,dopo un assedio di questi attivisti,  è stato rinvenuto persino un ordigno,  miracolosamente, inesploso.
Instillando la paura del ritorno di una possibile dittatura fascista,  si giustificano quindi i peggiori crimini, passando così da un Estremo all’ Altro, ma sempre di dittatura si tratta.
L’opinione pubblica viene manipolata dagli antifa contro quelli che loro definiscono “estremisti di destra” per ottenere appoggio dai partner democratici e conferire apparente legittimità ai loro attacchi violenti.
In pratica ciò che accade oggi con l’omicidio di Charlie Kirk. Cristiano, conservatore che amava la Patria e la Famiglia, denunciava l’aborto e promuoveva il dibattito socratico nelle università, ha rappresentato per gli antifa ( e non solo…) un esempio di “pericoloso capitalismo borghese” e pertanto reo di essere etichettato “fascista” e meritevole di morte.
L’obiettivo primario di “Antifa”, oggi, rimane il rovesciamento del “capitalismo”, non attraverso riforme politiche, ma attraverso il rovesciamento dell’ordine statale e sociale esistente. “Antifascismo” nel senso estremista di sinistra è quindi diretto non solo contro estremisti di destra identificati o effettivamente tali, ma anche contro lo Stato e il suo ordine fondamentale liberaldemocratico, che cerca continuamente di minare.
Io, donna e membro di Prolife Insieme, ho ricevuto più volte l’accusa di fascista solo perché dichiaro che la vita inizia dal concepimento e auspico che lo stato possa sempre dare l’opportunità a ogni donna di essere madre e ad ogni bimbo di VIVERE.
Se questo è fascismo?
Abbandoniamo le etichette ed impariamo ad ascoltarci e a dialogare, solo così si potrà sviluppare una politica sana da entrambe le parti.

Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Comitato Prolife Insieme

http://www.prolifeinsieme.it