Identità sessuale e adolescenti in crisi: no ai corsi di esperti a scuola

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Il ministro Valditara ha sollevato una sorta di “reazione a catena” con la proposta che l’educazione sessuale nella scuola sia subordinata al consenso informato dei genitori.
Si sono agitati i vari psicoterapeuti, spesso ospiti dei salotti televisivi e pronti ad esprimere il loro “esperto parere”.
Si sono alzati in piedi rappresentanti politici dichiarandosi contrari a questa proposta etichettandola come ritorno all’oscuro medioevo.
Hanno detto la loro alunni, insegnanti e dirigenti scolastici anche essi “turbati” da questa proposta.
Perché mai, mi chiedo, metta così tanto a disagio queste categorie di benpensanti il fatto che i genitori possano dare o meno il proprio consenso quando si tocca un argomento così delicato come la sessualità?
Perché ci si arroga il diritto di imporre il proprio pensiero a ragazzi che ancora non hanno una sessualità formata, non tanto dal punto di vista del rapporto in sé ma da quello affettivo, che dovrebbe sempre essere complementare?
È molto facile trovare a questa età ragazzi confusi sulla propria identità sessuale ed è molto difficile capire dove influisca la genetica e non il vizio.
Quale disagio vivano alcuni nei confronti dell’altro sesso che li porta a rifugiarsi nello stesso sesso.
Questi sono temi complessi e non si possono confondere ragazzini non ancora preparati ad affrontarli.
Non è facile nemmeno per le famiglie, che certamente conoscono meglio il modo di approcciarsi con i propri figli affrontare temi così complessi.
Come potrebbe un genitore affidare questo compito ad uno sconosciuto, magari garantito dalla dirigenza scolastica ma del quale non conosce idee e preparazione scientifica e nemmeno in che modalità verrà proposto eventualmente l’argomento?
Va da sé che il consenso informato diventa non solo consigliato ma necessario.
Anzi, questo lavoro di approfondimento della sessualità andrebbe prima discusso con i genitori.
Il docente dovrebbe prima esporre il proprio pensiero in materia e poi chiarire come intende portarlo ai ragazzi.
Solo dopo l’assenso dei genitori si potrà disporre eventualmente il da farsi.
È un tema troppo complesso e delicato per esaurirsi nei talk show di esperti veri e presunti.
Di strada da fare ce n’è parecchia nel rispetto del pensiero di tutti.

Angela D’Alessandro
Comitato “ Pro-life insieme “
http://www.prolifeinsieme.it